Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2023
Durata:36 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. WHITE CITY DEVIL
  2. FLAME OF HEPHAESTUS
  3. TORN ASUNDER (CURSED 13 COVER)
  4. LYCAON
  5. CHARIOTS OF FIRE (BATHORY COVER)
  6. ETT AVSKEDSBREV
  7. BRäNNMäRKT
  8. JAWS OF THE UNDERWORLD

Line up

  • Hejarmadr: guitars, vocals
  • Vediger: bass
  • Dimman: drums, percussions

Voto medio utenti

Mi hanno piacevolmente stupito questi scandinavi giunti al quarto sigillo discografico.
Li ho voluti provare con il singolo apripista di questa nuova fatica e ho trovato una formazione dove l’epicità viene corrotta dalla nera fiamma; non pensate a quel tipo di musichetta stereotipata tutta coretti di certi gruppi power metal che a volte sembrano indistinguibili dalle sigle dei cartoni animati giapponesi con il loro “parapaponzi” (rispetto sempre per certi cartoni animati, lode a Mazinga sempre!).
Qui è la fomentazione violenta alla pugna, i tempi non sono mai ferocissimi; salvo rari casi questo nuovo lavoro è composto da mid e up tempos fluidi, coinvolgenti per nulla noiosi.
Basta sentire l’apertura che è un bel calcio in quel senso, un bell riffone melodico con il frontman Heljarmadr, in forze anche ai Dark Funeral , sugli scudi.
Altro pezzo bello pieno è il singolo “Flame of Hephaestus”; composizione quadrata, lenta ma che devia violentemente con scariche in blast beats e urla belluine nei cori.
Tanto per rimarcare l’influenza dei padrini dell’estremo svedese ecco la cover bathoriana di “Chariots of fire” davvero ben eseguita, una dichiarazione d’intenti a mio modesto parere.
I nostri poi riescono molto bene a far convivere due anime in contrapposizione molto spesso; “Ett avskedsbrev” fa sentire cosa vuol dire mixare abilmente riffing nerissimi e melodie in un brano lento, senza speranza e dall’atmosfera distruttiva.
La chiusura è affidata alla semistrumentale “Jaws of the underworld”, dove si respira l’aria del conflitto in corso come l’immagine bellica in copertina che chiarisce bene i tempi bui che stiamo vivendo.
Il drumming è una marcia marziale con un qualcosa di drammatico nel riff e nel tappeto di tastiere.
Album che mi è piaciuto molto, si sente l’impeto del combo scandinavo nel voler dipingere un quadro aggressivo ma non per forza che si debba pigiare sull’acceleratore, bella prova.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.