...and Oceans - As In Gardens, So In Tombs

Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2023
Durata:50 min.
Etichetta:Season Of Mist

Tracklist

  1. AS IN GARDENS, SO IN TOMBS
  2. THE COLLECTOR AND HIS CONSTRUCT
  3. WITHIN FIRE AND CRYSTAL
  4. CARRIED ON LEAD WINGS
  5. LIKT TöRNEN GENOM KöTT
  6. CLOUD HEADS
  7. WINE INTO WATER
  8. INVERSE MAGNIFICATION MATRIX
  9. THE EARTH CANVAS
  10. AMBIVALENT GOD

Line up

  • Timo Kontio: guitars
  • Teemu Saari: guitars
  • Kauko Kuusisalo: drums
  • Antti Simonen: keyboards
  • Mathias Lillmåns: vocals
  • Pyri Hanski: bass

Voto medio utenti

Devo ammetterlo, quando lessi i responsi della nostra stampa specializzata e di quella estera riguardo la nuova fatica dei finnici, rimasi un po' così perchè i giudizi erano tutti molto positivi, cosa difficile salvo rare congiunzioni astrali.
Ma quando mi misi pure io ad ascoltare il sesto lavoro devo dire che i miei dubbi si dissiparono come la neve al sole.
Qua abbiamo la qualità al servizio della musica siore e siori; la compagine scandinava già con il precedente aveva fatto sperare chi era cresciuto con i loro primi lavori fatti di un magnifico symphonic black, con questo ritorno di riappropriano del loro Dna mettendo una croce sul loro recente passato industrial.
Basta ascoltare la magniloquente “The collector and his construct”, dove gli strumenti hanno pari dignità e dove coesistono sfuriate aggressive con aperture melodiche sostenute da una screaming acidissimo.
Altro pezzo di caratura è “Likt törnen genom kött” con una scrittura fluida che sa ben mischiare chitarre malsane con sfuriate a tempi più ragionati, ma sempre tenendo presente il cardine melodico qui generato da note malinconiche con un organo prog a far capolino nella marcia furente.
Con la successiva “Cloud heads” ecco che la band aggredisce chi ascolta con una performance tellurica fatta di cambi di tempo con chitarre che offrono un ventaglio di venature maligne ed epicheggianti.
Bello il segmento centrale in up tempo con le tastiere ed il basso a reggere il ritmo prima della sfuriata.
Con “Inverse magnification matrix” si tocca con mano quello che è il più puro symphonic black metal, dove la fiamma nera rifulge con orchestrazioni generate dalle tastiere senza perdere un’oncie della propria bellezza.
Attacco senza pietà per poi ecco arrivare partiture classicheggianti in mid tempo e uno stop atmosferico dove ci sono solo intervento vocali per poi giù a pestare come ossessi con screaming acidissimi.
Occorre giustamente lodare Mathias Lillmåns noto come “Vreth” nei Finntroll che qui lascia i toni gigioneschi per una prestazione aggressiva, furente ed emotivamente sentita, davvero eccellente.
In conclusione, avevano ragione, questo nuovo lavoro spazza via molti concorrenti e certe stelle decadute per riappropriarsi del trono, fatelo vostro.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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