Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:33 min.
Etichetta:Solitude Productions

Tracklist

  1. SANDS OF TIME
  2. MIRAGE
  3. IMPRISONED WITH THE PHARAOHS
  4. KINGS
  5. NEMESIS

Line up

  • David Prata: guitars, bass, vocals
  • Frank Cardillo: drums

Voto medio utenti

Rispetto a trent'anni fa oggi è indubbiamente molto più facile realizzare un album, e questo concede a diversi gruppi una seconda possibilità.
Quella che colgono anche gli statunitensi Nemesis RI che dopo mille vicissitudini a livello di line-up, incisero i cinque brani che ora fanno parte di "Sands of Time" nel lontano 1995. E ci arrivano grazie alla tenacia di David Prata che dopo ventisette anni, e con il supporto della Solitude Productions, ha riportato il tutto alla luce. Già nel 1995, qualche tempo dopo lo scioglimento della band, Prata si era preso cura della maggior parte delle registrazioni, non solo come cantante ma anche suonando il basso e la chitarra, affiancato dal solo Frank Cardillo alla batteria. Sempre Prata aveva poi rielaborato il tutto e proceduto con il successivo missaggio dei brani, in diverse sessioni, prima tra il 2015 e il 2020 (al Summing Point Studio) e quindi nel 2020 (stavolta presso il Distorted Forest Studio).

E quali sono stati i risultati?

Diciamo che il peso degli anni si fa sentire, ma questo non è certo un problema visto che molte delle nuove leve fanno carte false per avere un sound vintage.
Dopo un lungo narrato prende il via "Sands of Time", un episodio compatto e quadrato che deve parecchio ai Metallica, con il drumming di Cardillo e la voce hetfieldiana di Prada in primo piano, mentre l'arpeggio di "Mirage" ha molto degli Iced Earth e dei Metal Church, così come il passo scandito e quei chiaroscuri che ne caratterizzano lo svolgimento e che mi ricordano non poco "Watch the Children Pray". Se la seguente "Imprisoned with the Pharaohs" e la conclusiva "Nemesis" lasciano intravedere influenze dalla scena Thrash della Bay Area e un guitarwork alla Exodus, su "King" sono maggiormente evidenti gli ascendenti maideniani (pare anche di cogliere qualche eco da "The Trooper"), con Prata però non particolarmente convincente nell'assolo di chitarra ma nemmeno dietro al microfono.

Non credo di sbagliare nel pensare che se questi brani fossero stati resi disponibili a inizio degli anni '90 forse i Nemesis RI avrebbero potuto raccogliere miglior fortuna.

Ma non serve a nulla piangere sul lato versato, e se all'epoca non erano riusciti ad uscire dalla loro sala prova (prima nel Rhode Island e poi a Providence), oggi possono perlomeno provare a farsi ascoltare da una platea più ampia.


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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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