Vorrei parlarvi di
‘Om Hundrede år (In Onehundred Years)’ dicendovi semplicemente che questo é (probabilmente sarà) il disco dell’anno in campo estremo (nonostante il
Maestro Dope abbia già indicato
‘Totenpass’ di
Haxanu come possibile/probabile futuro detentore del trono …) … non sono un tipo cosí naif da esaltarmi facilmente (colpa dell’età e della disillusione musicale di tanti, troppi , album inutili ascoltati negli anni) e prima di lasciarmi andare a una dichiarazione del genere , ci penso bene, ma questa volta non posso fare altrimenti …
‘Om Hundrede år (In Onehundred Years)’ é l’album che ci propone il progetto di
Ole Pedersen Luk nella sua forma più pura e cristallina, nella sua massima ispirazione, espressione e concretizzazione del bello …
‘I have started from something that does not stem from anything negative’Con un tale intento non poteva non materializzarsi una serie di brani che, provenendo dall’intimità più pura del suo creatore, arrivano a noi come gemme lucenti, gemme che ci abbagliano con le infinite sfumature degli spettri di luce … Il primo abbaglio arriva già con l’opener
‘Stormfulde Hav’ che con il suo incedere incalzante riesce subito a catapultarci nel mood dell’album, fatto di classe pura che si manifesta anche nei momenti più tirati cosí come quando si torna alla calma con un arpeggio delicato e sognante … Dopo aver posto la barra cosí alta sin dall’inizio la seguente
‘Frosne Vind’ non poteva che essere all’altezza se non migliore, grazie alla fantastica tensione che la permea con una carica ‘epica’ e drammatica nella parte iniziale che dopo il break trova il suo completamento con una ripartenza micidiale sempre sorretta da chitarre sublimi…
‘Frosne Vind’ é a tutti gli effetti un pezzo che vale una carriera … A questo punto il più é fatto, l’animo dell’ascoltatore é conquistato e l’osmosi compiuta … Giunge cosí
‘Tak For Alt’ dove si abbassa il ritmo e lo screaming diventa più intenso e sofferto. La parte melodica, affidata a chitarre ispiratissime, é pura goduria sonora… Il pezzo é veramente strappalacrime per quanto é intenso e vario nel saper dipingere tutte le sfumature del grigio che ci portano nell’abisso dell’anima grazie ad un finale riflessivo ed arpeggiato. I restanti tre pezzi dell’album sono sugli stessi elevatissimi standard di quelli già citati, per cui non credo serva andare oltre nella descrizione per ‘convincervi’ che qui ci troviamo di fronte ad un’opera unica, intensa, struggente ed ammaliante nella sua rara bellezza ed intensità. Rilancio e confermo, disco dell’anno !
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