Quando nel 1968
Gary Moore comincia a suonare, con gli
Skid Row in cui milita anche
Phil Lynott, ha solo 16 anni; Phil Lynott che se ne va presto per formare i
Thin Lizzy, riducendo gli Skid Row a trio. Attorno al '72 gli Skid Row si sciolgono.
Quando, proprio all'uscita dell'hit "
Whiskey In The Jar",
Eric Bell lascia i Thin Lizzy, Gary prende il suo posto, ma presto l'abuso di alcool e droghe si fanno sentire e costringono Gary a lasciare la band. Nel 1975, insieme al bassista
Neil Murray (più tardi nei
Whitesnake), al tastierista
Don Airey (poi con
Rainbow e
Ozzy) e al cantante
Mike Starrs, si unisce ai
Colosseum II di
John Hiseman. È il periodo in cui Gary sperimenta jazz-rock, grazie soprattutto all'uscita di
Electric Savage. Poi Robertson si ferisce nel corso dell'ennesima rissa e Gary, i cui rapporti con Phil Lynott si sono consolidati durante la lavorazione del suo album solista
Back On The Streets, decide di restare e insieme incidono lo splendido
Black Rose.
Durante il tour Gary abbandona di nuovo i Thin Lizzy, portando con se il batterista
Mark Nauseef con cui registra l'album del
G-Force, ottimo lavoro melodico molto sottovalutato, e con richiami al jazz evidentemente portati in dote dall'esperienza con i Colosseum, su un tappeto comunque hardeggiante. Nell'83 è la volta di
Dirty Fingers, inferiore a
Corridors Of Power, vero disco della svolta della carriera di Gary. Dopo il
Live In Japan esce un altro ottimo album,
Victims Of The Future, per arrivare all'85 con un altro suo album cardine:
Run For Cover, registrato con diversi musicisti, tra cui di nuovo Phil Lynott, grazie alla famosa
Out InThe Fields.
Finalmente nel 1987 esce "
Wild Frontier", per chi scrive, uno dei massimi capolavori di Gary.
È un disco molto adatto a chi ama certe atmosfere celtiche proprio di
Black Rose, riadattate ad un contesto anni ottanta, in cui si sente anche una dinamica classy nella produzione.
Sempre in bilico tra folk e rock muscolare (
Over The Hills And Far Away), con un lirismo molto sentito ("
Johnny Boy e The Loner") e grazie ad un tambureggiante hard rock ("
Wild Frontier"). Molto bella la calibrata "
Strangers In The Darkness", puntellata da sapienti tastiere, con un'altra melodia intimista che solo i grandi possiedono. A cui gli fa da eco "
Crying In The Shadows", canzone che non mancherà di sedurre anche i fans dell'aor.
Un lavoro superbo "Wild Frontier", uno dei migliori di Gary.
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