Cross Country Driver … ovvero la dimostrazione di come il “classic rock” possa ancora essere emozionante, nelle mani di chi sa trattarlo nel modo giusto.
Scoprire che uno dei protagonisti principali di questo nuovo progetto discografico di casa
Frontiers Music è un “signore” che con i Riverdogs ha già fornito ampia prova di competenza e innata attitudine, non è una sorpresa, mentre a stupire, almeno un po’, è la qualità e la compattezza con cui, assieme a lui, una sostanziosa selezione dii luminari della scena ha saputo conferire a “
The new truth” una felice tensione espressiva, manipolando
soul,
hard-blues,
country e
southern in canzoni sempre piuttosto vibranti e calorose.
Al fianco del già citato
Rob Lamothe, di suo figlio
Zander (Logan Staats Band) e del chitarrista
James Harper (Fighting Friday), opera infatti una pletora di ospiti dal ricco
curriculum (da
Mike Mangini dei Dream Theater a
Greg Chaisson dei Badlands, passando per
dUg Pinnick dei King's X e
Jimmy Wallace, tastierista attivo con i The Wallflowers, tra gli altri …), capaci di rendere il disco una collezione di frammenti sonici ricercati, raffinati, avvolgenti e all’occorrenza pure sufficientemente energici.
All’interno di uno spettro sonoro che ingloba suggestioni di Led Zeppelin, Creedence Clearwater Revival, Soundgarden, Little Feat, Crowded House e degli stessi Riverdogs, la
band esplora la storia più radicata del nostro genere musicale preferito con un gusto sopraffino, intridendo di eleganza e vocazione un
songwriting dalle basi solidissime e non per questo del tutto privo di una sua creatività o fastidiosamente scontato.
“
Wild child”, "
So fly” (assai Zeppelin-
esca), “
Won't look back” e “
Rio Tulerosa” sono esempi lampanti di una forma di
revival ispirato e palpitante, reso ancora ancora più immediato grazie al
groove ardente di “
A man with no direction” e ai sussulti
R n' B di “
Long gone”, senza dimenticare il
pathos viscerale di “
Shine”.
Il soffuso tocco psichedelico che contraddistingue la
title-track dell’album, poi, aggiunge altri motivi d’interesse ad una scaletta che forse complessivamente risulta un po’ troppo “sofisticata” e che con qualche scossa elettrica in più avrebbe fatto meno fatica a conquistare il pubblico di riferimento.
Da segnalare, infine, la ballata bucolica “
Risen”, dedicata in maniera particolare, vista la presenza di
Viv Campbell, a tutti gli “orfani” dei Riverdogs.
In definitiva, il debutto dei
Cross Country Driver merita rispetto e considerazione … negarglieli solo perché, in fondo, non “dice nulla di nuovo”, sarebbe veramente un errore eclatante.
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