Zeit é una black-doom metal band tedesca in giro dal 2010 e oggi parliamo del loro terzo album che segue di ben 4 anni
‘Drangsal’ … Visto il lasso di tempo che intercorre tra le due fatiche (al netto della ‘pandemia’) mi sarei aspettato un qualcosa di ben confezionato e certosinamente concepito, invece ho l’impressione che i 4 anni abbiamo solo creato confusione nel songwriting della band… L’album soffre di una mancanza di continuità, e la band nonostante già due album alle spalle, non sembra ancora aver molto le idee chiare su cosa ‘vorrà fare da grande’ ed é addirittura all’interno dei pezzi stessi che c’é un pericoloso sali e scendi emozionale e qualitativo . L’ascolto ripetuto di
‘Onhmacht’ non fa che amplificare questa sensazione, iniziando da pezzi mid-tempos oriented come l’opener
‘Strand’ o la conclusiva
‘Wellen’, passando per pezzi più in your face hardcore/thash oriented come
‘Nacht’ e
‘Takt’ e finendo per qualcosa di più ‘groovy’ come ‘Kette’ e ‘Schatten’ … Insomma avrete capito che arricchire oltremodo il proprio sound di partenza, che in toria doveva essere un black doo, con tutte questa eccessiva serie di influenze e sfumature, fa perdere facilmente il ‘filo della narrazione’ disorientando l’ascoltatore piuttosto che tenerne alto l’interesse. Se é vero che album monolitici non sono mai una bella soluzione, potendo annoiare facilmente se non troppo ispirati, é altrettanto vero che un album con 8 pezzi molto eterogenei é altrettanto incomprensibile e poco focalizzato …
‘Onhmacht’ in definitiva suona, alle mie orecchie, poco coerente, un po’ affrettato e qualitativamente troppo ondivago. Sufficienza piena ma non di più
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