E' di pochi giorni fa la notizia che i Savatage, a detta di Jon Oliva, pubblicheranno un nuovo disco di inediti nel 2024. Notizia che ha fatto felici, se non dire entusiasti migliaia e migliaia di fan in trepidante attesa di un qualcosa che si muovesse in casa Savatage, fermi in campo discografico al 2001, e su performance live all'esibizione del 2015 al Wacken Open Air. Troppo tempo passato, e per rimediare a questa mancanza in questi anni si può dire che
Zak Stevens, cantante della band statunitense subentrato negli anni 90', certo non è rimasto fermo.
Prima con i Circle II Circle, che sembrano ormai messi in pausa, la Trans-Siberian Orchestra, assieme al compagno e amico Chris Caffery per stilare solo le sue collaborazioni e band più conosciute, sicuramente
Zak non è rimasto con le mani in mano. Come se non bastasse, in questi ultimi tre anni sono nati anche gli
Archon Angel, progetto nato nel 2019 assieme a
Aldo Lonobile (Secret Sphere) durante le registrazioni del disco solista dei Timo Tolkki's Avalon, 'Return To Eden'. Il debut album
'Fallen' del 2020 aveva tutte le carte in regola per essere uno dei dischi sorpresa dell'anno, e in gran parte le aspettative furono garantite, dimostrando come la vena compositiva di
Zak fosse ancora viva e vegeta, e l'attesa per un successore diventava quindi sempre più grande.
Arriva quindi in questi giorni
'II', che possiamo dire subito senza timore, conferma ulteriormente come gli
Archon Angel siano ancora in gran forma, e che ciò che si è ascoltato tre anni fa non è stato un fuoco di paglia. Rispetto al suo predecessore, troviamo dei riff più moderni che potrebbero far storcere il naso a qualcuno, ad esempio
'Quicksand', ma la performance vocale di
Zak (che, per ricordare, va per le 60 primavere) mette il tutto in secondo piano, con un espressività e un carisma secondi a nessuno. Già dall'ascolto dell'iniziale
'Wake Of Emptiness' sembra di ritrovarci catapultati almeno venti anni fa, e un grande plauso va fatto anche ad
Alessandro Del Vecchio che, come sul disco precedente, ha svolto un lavoro eccellente alle tastiere, donando a pezzi come
'Lake Of Fire' o
'Shattered' il giusto pathos, evitando di creare canzoni troppo standardizzate e simili tra loro. Non stiamo parlando di un album perfetto, qualche scivolone di troppo c'è, come
'I Will Return' che non parte mai davvero, ma sono piccolezze in un disco che raramente fa sbadigliare o fa schiacciare il tasto skip, e con canzoni alla
'Away From The Sun', un mid-tempo dal chorus epicheggiante, trovo davvero difficile eseguire tali azioni.
Un altro ottimo centro per il buon
Zak, che senza tanti proclami o gigantesche operazioni di marketing alle spalle confeziona un disco eccellente, che accontenterà non solo i fan dei Savatage o del metal più classico con sterzate progressive, ma anche quella platea che gradisce un sound più moderno. Da non perdere.
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