Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2023
Durata:53 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. DEAD MAN WALING
  2. DO OR DIE
  3. BLIND LEAVING THE BLIND
  4. GHOST OF YOU
  5. BITTER PILL
  6. LIGHTS OUT
  7. HORNS FOR A HALO
  8. DIRTY PIG
  9. WHITE HORSE
  10. DOWNFALL RISING

Line up

  • Richie Faulkner: guitar
  • Ronnie Romero: vocals
  • Christopher Williams: drums
  • Dave Rimmer: bass

Voto medio utenti

Se dico Richie Faulkner (JUDAS PRIEST), Ronnie Romero (RAINBOW, VANDENBERG, MICHAEL SCHENKER), Dave Rimmer (URIAH HEEP), Christopher Williams (ACCEPT) e Andy Sneap, voi cosa pensate?
Che si tratta di un supergruppo ? Si
Che hanno fatto un disco formidabile? Si
Che sara' il prossimo gruppo ufficiale del chitarrista dei Judas Priest? Molto probabile.

Chiaro che le band di provenienza dei singoli abbiano influenzato le coordinate musicali del disco, troviamo ad esempio forti rimandi ai Judas Priest in brani quali la veloce “Do Or Die” , la titletrack o il massiccio mid-tempo “Dead Man Walking” ma in generale è il mood metallico che domina il sound di questo debut album della band di Faulkner. Inutile ricordare come le vocals di Ronnie Romero diano quella marcia in più con la sua timbrica cosi simile a RjDio anche se le sue apparizioni in molteplici progetti lo rendono un po' una sorta di session man – di lusso – più che un elemento di riferimento, mentre i riff di Faulkner si dimostrano efficaci rifuggendo inutili virtuosismi. "Light Out" (cover degli Ufo) suona come un bel hard rock stile 70'/80', "Blind Leading The Blind" sembra uscire da un disco dei Black Sabbath ma con un chorus alla Vanderberg e a proposito di chorus, sono spesso contagiosi, mentre le tastiere in molti brani danno un'impronta ancora più classica ("White Horse") e creano dal punto di vista sonoro una sorta di ponte fra passato e futuro del Metal, troviamo infatti ancora riff alla Black Sabbath ( la potente e cadenzata "Downfall Rising") , Rainbow e Priest conditi in salsa moderna.
Non è l’originalità che dovete cercare in dischi come questi ( anche se il simil-blues di "Ghost Of You" è un'inaspettata e gradita sorpresa ), quanto invece la conferma della solidità del classic-metal che alla fine è la ricetta vincente per simili succosi pasti.



Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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