Copertina 7

Info

Anno di uscita:2023
Durata:58 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. FALL
  2. EXIL
  3. EINHEIT
  4. KATHARSIS
  5. REALITäTEN PT. I
  6. REALITäTEN PT. II
  7. WEITE
  8. PORTAL

Line up

  • Hugo Doyon-Karout: bass
  • Johannes Kochs: drums
  • Matthias Wolf: guitars, songwriting (track 4)
  • Tom Heckmann: guitars, vocals, lyrics, songwriting

Voto medio utenti

Ecco, per gli amanti del genere, una band da tenere d’occhio!

I tedeschi Metasphæra ci propongono, in questo loro omonimo debutto discografico, un interessante compromesso tra progressive e melodic death, dal tasso tecnico estremamente elevato, grazie soprattutto al lavoro dei due chitarristi, Tom Heckmann (che è anche il compositore principale ed il singer della band) e Matthias Wolf; entrambi i musicisti infatti, non si risparmiano mai, dando luogo ad assoli ed arrangiamenti taglienti come lame e spesso improvvisi, sottolineati da un pesantissimo lavoro in fase di riffing che non concede un attimo di respiro.
La struttura delle composizioni è particolarmente intricata, dall’iniziale Fall, fino alla conclusiva Portal e trova probabilmente il suo apice nella lunga suite, intitolata Katharsis che, con i suoi quasi 13 minuti di durata, riesce a condensare al meglio tutte le caratteristiche del sound dei Metasphæra.
Le tracce, avvolte da un’atmosfera costantemente opprimente, al limite della claustrofobia, non seguono mai delle linee-guida prestabilite, ma anzi, deviano sovente ed improvvisamente dalla strada maestra, dando luogo ad inattesi cambi stilistici favoriti, non solo da linee melodiche in continua evoluzione, ma anche per merito di una sezione ritmica dinamica, curata da Johannes Kochs alla batteria e Hugo Doyon-Karout al basso.

Probabilmente, l’unico neo di questo disco, ma si tratta veramente di un cavillo che lascia il tempo che trova, è il cantato in tedesco, tra l’altro, riconoscibilissimo, poiché Tom Heckmann più che ricorrere ad un profondo e cavernoso growl, opta, per lo più, per un cantato strozzato e urlato.
Ma è un’autentica inezia, figlia probabilmente solo di un mio personalissimo limite e non va assolutamente a scalfire il giudizio finale, comunque positivo, circa la qualità del disco.

Metasphæra è infatti un lavoro valido, pieno di spunti interessanti, che conferma tutte le potenzialità della band tedesca e che mi sento di consigliare agli amanti del prog (nella sua veste più "sporca"), del tech-thrash, ma anche a quegli estimatori del death metal, capaci di apprezzare il lato più virtuoso nella musica estrema.



Recensione a cura di Ettore Familiari

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