Avevo perso i contatti con i tedeschi
Fjoergyn i quali non facevano avere loro notizie dal precedente
"Lvcifer Es", album uscito ormai oltre sei anni fa.
Un lungo periodo, dunque, durante il quale il gruppo, capitanato dal mastermind e polistrumentista
Stephan L, ha ricaricato le pile per arrivare ad offrirci il nuovo
"Judasmesse", un lavoro, come di consueto per i Nostri, di difficile classificazione poichè ricco di elementi diversi e cangianti, ma, in ogni caso, ascrivibile ad un ipotetico genere "estremo".
La prima cosa che salta all'orecchio ascoltando il nuovo parto discografico, è la netta riduzione degli elementi sinfonico / orchestrali che avevano caratterizzato le precedenti uscite a favore di un approccio decisamente più sperimentale e "libero", probabilmente più idoneo a descrivere le tematiche imperniate intorno al concetto di tradimento ed ai suoi maggiori "protagonisti".
La scelta dei
Fjoergyn, a mio parere, risulta indovinata e giova parecchio al risultato finale: durante l'ora di durata di
"Judasmesse" verremo coinvolti in una costruzione sonora melodica, spigolosa, ricca di epicità, attraversata, come una spina dorsale, da elementi black e death metal, ma impreziosita dalla maestosità delle parti corali, dalle fughe progressive, dai sorprendenti momenti "teatrali", dall'uso di strumenti non canonici e, soprattutto, dalla capacità del gruppo di cambiare continuamente atmosfera, o addirittura genere musicale, nel giro di pochi secondi, senza perdere mai la capacità di sintesi ed il rispetto della forma canzone, il tutto rispettando solo la volontà di essere liberi sul pentagramma e di non seguire alcun canone predefinito.
"Judasmesse" non è, e non può essere, un ascolto facile o superficiale, ma tutte le sue sfumature, il suo gusto quasi retrò, gli intrecci armonici, le divagazioni melodiche, la ricchezza di arrangiamenti e idee poco lineari, ma geniali, lo rendono un lavoro prezioso, ricco di orgoglio e passione, devoto solo e soltanto all'arte ed a null'altro.
Per come intendo io la musica, i
Fjoergyn meritano rispetto per una carriera impeccabile e per un album sopra le righe e lontano anni luce dalla prostituzione artistica.
Bentornati.
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