Con ancora ben chiaro e persistente nei sensi l’ottimo lavoro svolto da
Joel Hoekstra nell’ultimo disco dei Revolution Saints, mi appresto ad affrontare il terzo
album dei suoi
Joel Hoekstra's 13, un altro di quei
supergruppi che smentisce le insinuazioni di apatia e precarietà che spesso ha accompagnato tali progetti.
Con
Girish Pradhan (Girish And The Chronicles, The End Machine) al microfono (al posto di
Russell Allen, una bella responsabilità
eh … risolta felicemente, per la cronaca),
Tony Franklin (Blue Murder, The Firm),
Vinny Appice (Last In Line, ex-Dio, Black Sabbath) e
Derek Sherinian (Sons Of Apollo, Black Country Communion) sorreggono da par loro la chitarra fremente di
Joel e sfornano una nuova collezione di godibilissimi brani di grintoso
hard-rock, figlio di Rainbow, Vandenberg e dei Whitesnake “americani”, adeguatamente trapiantati nelle spire convulse della scena musicale del terzo millennio.
“
Crash of life” è dunque un sapiente e coinvolgente assemblaggio di sonorità adescanti,
solos ficcanti e
riff possenti, sostenuti da una ritmica pulsante e da intriganti digressioni tastieristiche, e se vi piacciono questi suoni sono certo apprezzerete il modo in cui il gruppo edifica su tali basi canzoni sempre piuttosto riuscite, in cui l’antico retaggio stilistico è esibito con gusto e una certa vivacità espressiva.
Si parte alla grande con l’ombrosa “
Everybody knows everything”, capace di “aprirsi” in un accattivante
refrain, per poi proseguire con la Rainbow-
esca title-track dell’opera, da raccomandare a chi predilige le melodie dirette e “semplici” e non per questo “semplicistiche”.
Ai
fans dei Whitesnake e Blue Murder sono invece dedicate “
Damaged goods”, "
Not tonight” e la guizzante “
I would cry for love”, mentre nell’
anthem “
Don't have words” qualcosa di AC / DC e Def Leppard si aggiunge all’impasto sonico e nel clima avvolgente di “
You're right for me” il tributo si spinge esplicitamente fino ai “
Grandi Padri” Led Zeppelin, in una forma di riconoscenza che nel corso degli anni non è mai scemata, nonostante l’avvicendarsi delle generazioni artistiche.
La sferragliante “
Far too deep” ricorda certi episodi degli Iconic (altra
all star band che ha visto impegnato il nostro versatile
guitar-hero) e qualora il
groove di “
Find a way” (una sorta di
Led Purple o
Deep Zeppelin, se preferite …) non vi coinvolga, probabilmente è meglio rivolgere altrove i vostri languori musicali.
Ai più “sensibili” e passionali i
Joel Hoekstra's 13 recapitano infine “
Torn into lies”, "
Over you” (davvero bella) e “
Through the night”, ballate di buonissima fattura, che sottolineano la notevole duttilità vocale di un
Pradhan sempre “a fuoco” nelle diverse esigenze interpretative.
“
Crash of life” conferma la bontà d’intenti e la classe di una formazione “eccellente” in tutti i sensi, che conosce piuttosto bene la maniera di “rinverdire” la tradizione del genere avvalendosi di misura e ispirazione … con tali presupposti, un ascolto decisamente consigliato.
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