Avevo accolto con parecchi dubbi e anche un po' di paura quella malsana idea da parte dei
Lordi, due anni fa, di impacchettare in un bel box set non uno, non due, ma ben sette album di inediti. Un operazione che poi,a conti fatti, si è dimostrata in parte promossa, ma dall'altra era evidente come un quantitativo così esagerato di materiale portasse a un senso di stanca molto presto. E con l'annuncio del nuovo album,
'Screem Writers Guild', un disco che si può reputare stavolta 'normale', avevo delle aspettative non dico alte, ma che perlomeno andassero a riportare la band su binari sicuramente già percorsi e prevedibili, ma comunque ispirati.
L'abbandono di
Amen, chitarrista storico presente sin dal 1997, sembrava dover dare uno scossone non importante, ma comunque consistente all'interno del gruppo finlandese, dato che aveva partecipato alla fase di songwriting di alcuni pezzi su ogni album dei
Lordi. E, problemi relazionali e comunicativi a parte, c'è però da dire che la qualità di questo nuovo lavoro non è venuta a diminuire con l'ingresso del nuovo chitarrista, tale
Kone.
Le caratteristiche rimangono presocchè le stesse, anche se i riferimenti a un passato non troppo lontano come
'Scare Force One' e
'Sexorcism' sono più presenti, come un uso delle tastiere da parte di Hella sempre ben presenti e gestite bene, come su 'Inhumanoid'. Ci troviamo davanti al solito disco con tematiche da horror di serie B che tanto piacciono a
Mr. Lordi, ad esempio con
'Dead Again Jayne', che tratta di una sigora non morta, affetta da un morbo alla Frankenstein, e dove i riff aggressivi di Kone funzionano davvero bene. Presenti anche le aperture melodiche che hanno fatto la fortuna della band ai tempi di 'Hard Rock Hallelujah', in questo caso su
'Scarecrow', mentre con la ballad
'The Bride' ci troviamo, a mio modo di vedere, ad una delle canzoni più brutte mai composte dai finlandesi, totalmente slegata dal resto e che poco ci azzecca. Andando verso la chiusura si sente un po' di riciclo con
'Hevengeance', ma comunque nulla di tremendo o eccessivamente ripetitivo.
Un ritorno a una durata consueta, e un album che pur non facendo scintille, aggiungendo che da un gruppo come i
Lordi non mi aspetto certo un capolavoro, intrattiene non poco. Obiettivo perfettamente centrato.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?