Non fatevi ingannare dall'etichettà
alternative/djent posta qui accanto, ché incasellare i
Curse of Cain è impresa quasi impossibile.
Provenienti dalla Svezia, i nostri sono una nuova formazione, che decide di costruire una mitologia proprio intorno alla figura di Caino, primo assassino delle storia (almeno di quella biblica) e spunto letterario pressoché infinito. La band nasce proprio intorno a questo concept, e ogni musicista diventa un personaggio, mascherato e con una sua 'scheda pg', pronto a partecipare attivamente del dipanarsi della trama. Questo primo concept album, infatti è solo l'inizio di un percorso narrativo che ha già un secondo capitolo pronto per essere registrato, e come avrete capito, qui l'investimento non è indifferente.
Ma passiamo alla musica. I Curse of Cain sono la più moderna delle band, nel senso che fanno priprie tutte le nuove tendenze del metal, incorporando, fondendo, armonizzando sensazioni diverse: provate a mescolare in un calderone gli ultimi Avenged Sevenfold, i 30 Seconds to Mars, certi Linkin Park, gli Sleep Token e certi riffing djent dei Mastodon. Il tutto guidato da una voce, quella del
Soulkeeper, giovane ma all'occorrenza carica di pathos.
Tra brani più veloci e diretti e composizioni cervellotiche, questo album di sicuro ha come target di riferimento un pubblico smaliziato, aperto alle nuove sonorità e non incartapecorito sui vecchi dinosauri del genere. Può piacere, e non poco, oppure essere detestabile, ma di certo non lascia indifferenti. Se avete orecchie abbastanza elastiche, e voglia di scoprire, dategli uno spin.
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