Due anni dopo ecco il terzo album per gli statunitensi, un disco che profuma innegabilmente di
Slayer.
Si sente l’influenza della scuola estrema della premiata ditta
King &
Hanneman nei due chitarristi, un terzo sigillo che conferma la virulenza della proposta del quintetto della Virginia in questo dischetto che dura poco più di mezz’ora.
Pura violenza sonora, un assalto che prende piede già dall’iniziale “
Aggressive menace” con le urla al vetriolo del frontman
Knox Colby, pochi i momenti di calma apparente salvo i repentini cambi di tempo con in aggiunta i solos melodici della chitarra.
Qui è tutta una rincorsa iperveloce sulla linea hc/thrash, non c’è trucco, non c’è inganno, il quadro è fosco come la copertina e chi ama violenza ed intransigenza qui troverà il sollazzo.
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