Le varie peripezie e vicissitudini che hanno dovuto affrontare gli
Extinction nel corso del loro percorso musicale sono già state esposte nelle recensioni dei loro precedenti album, l'esordio "The Monarch Slaves" (dal sottoscritto) ed il successivo "The Apocalypse Mark" (dal sommo Grazioli).
Possiamo quindi concentrarci sul nuovo full length del chitarrista
Danilo Bonuso & Co., un lavoro che riparte dai buoni risultati ottenuti con "The Apocalypse Mark" e dal quale ripropone anche l'ossatura del gruppo, infatti, oltre al già citato
Bonuso, ritroviamo il bassista
Lorenzo Catolla e il cantante
Filippo Collaro, che con la sua interpretazione garantisce quel senso di continuità che in passato era mancato.
Sull'opener, prima di essere travolti dalle vocals, o meglio dalle urla gutturali, di
Collaro incappiamo nel drumming scandito e chirurgico di
Davide Billia (Antropofagus, Beheaded ed ex Hour of Penance) che si è anche preso cura della produzione dell'album. Ed è proprio "
Doors of Perception" con i suoi ritmi sincopati e vorticanti, abbinati ad un valido lavoro d'assieme, a spalancare le porte sul presente degli
Extinction: sempre e ancora un Thrash & Death Metal urticante dove la formazione pugliese/piemontese riesce a coniugare influenze statunitensi a quelle Made in Germany. Non deve quindi stupire che la thrasheggiante "
Satanic Ritual Abuse" richiami i Kreator, anche nel cantato alla Mille Petrozza mentre la seguente "
Facing the Beast" avanza inarrestabile, così come piaceva ai Death, ma anche a formazioni come Sadus e Autopsy.
Un gran pestare, e in questo non scherzava nemmeno "
Demon of the Fall", eppure non devono sorprendere gli arpeggi acustici ed i virtuosismi che fanno capolino nel break incalzante del breve - ma più che interessante - strumentale "
Synthesis", essendo questa una consuetudine di svariate Thrash & Death Metal band negli Eighties, mentre stupisce scoprire che la titletrack sia solo una breve intro a "
Eternal Life" e alla seguente "
Obsession", episodi che si rivelano in grado di evidenziare tutte le qualità degli
Extinction, dal loro passo feroce e aggressivo sino al chitarrismo affilato e pungente che sanno mettere in campo
Bonuso e il suo nuovo compagno d'avventura
Jean Edifizi. Su "
The Woman Strangler" si può quasi percepire tutta la malvagità e la deviazione che si erano impossessate di Vincenzo Verzeni, omicida seriale italiano che sul finire del 1800 aggredì e uccise diverse donne e fu anche oggetto di studio di Cesare Lombroso, torinese e fondatore dell'antropologia criminale. Una tematica, questa, sicuramente adatta al Death Metal, al pari di quella dell'autodistruzione che l'umanità pare a volte perseguire piuttosto che cercare di evitare, che credo sia il tema portante della conclusiva "
Empty Words, articolata e ben tratteggiata dal basso di
Lorenzo Catolla che si segnala anche come l'episodio più pesante e massiccio dell'intero album.
Ormai è una consuetudine incappare anche alle nostre latitudini in formazioni in grado di proporre un Death Metal credibile e interessante, e gli
Extinction fanno sicuramente parte di queste realtà e ora, dopo aver aperto la strada con "The Apocalypse Mark", lo ribadiscono con "
Cryogenesis".
NOW TAKE OUT THE BODIES!
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