Seconda fatica discografica solista per
Andrea Martongelli, storico chitarrista degli
Arthemis, a ben 9 anni di distanza dal sorprendente esordio
Spiral Motion!
Il nuovo album, intitolato
Ultradead, è una miscela esplosiva di tecnica ed energia, messa al servizio delle composizioni musicali che risultano, sin dall’accoppiata iniziale
Army Of Darkness/Colossus, massicce e taglienti ma, al tempo stesso, pregne di trame melodiche accattivanti, magiche e talvolta perfino romantiche, vedasi la poetica
My Last Tears.
In tutte le 10 tracce di
Ultradead, il
Martongelli, mai domo, ma anzi in forma smagliante (a dispetto dell’ironica foto dell’artwork, in cui vuole farci credere di essere un morto vivente!), dedica anima e corpo al proprio strumento, dimostrando una dedizione alla causa unica ed un’invidiabile creatività, sotto il profilo del song-writing. Cosi, i brani, nonostante siano totalmente strumentali e vantino un tasso tecnico alquanto elevato, scorrono piacevolmente, senza mai risultare monotoni o eccessivamente complessi. Tale risultato viene raggiunto non solo, come già detto, grazie ad un gusto melodico sempre convincente, incastonato all’interno di una solida struttura musicale (spiccano a tal proposito la title-track, la rocciosa
Facemelt o l’avvincente
Vertigo), ma anche per merito della saggia decisione di non allungare oltremodo la durata delle singole tracce (l’intero disco non arriva ai 32 minuti!).
Che altro aggiungere?
Béh, certo che, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia da quel lontano 1999, quando un giovane virgulto sconosciuto dalla chioma bionda, si rendeva autore, insieme alla sua band, di un album promettente, anche se forse un pò acerbo e proprio per questo motivo, particolarmente bello nella sua genuinità, intitolato "Church Of The Holy Ghost"!
Da allora, c’è stata una crescita musicale costante per
Andy; prima l'esplosione degli Arthemis, poi l'esperienza nei
Power Quest e infine, non ultime, le sue collaborazioni con musicisti del calibro di
David Ellefson,
Jeff Scott Soto e
Gus G, tutti episodi che lo hanno fatto maturare parecchio dal punto di vista artistico e tale evoluzione è palese in questo suo ultimo lavoro.
Ad ogni modo,
Ultradead è un disco ultra-consigliato, che farà felici non solo i fanatici dello strumento e delle abilità tecniche, ma piacerà a tutti coloro che amano la buona musica, quella impregnata di sano sudore, suonata con bravura e passione.
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