E anche per questo 2023 ecco un nuovo full length targato Axel Rudi Pell, il biondo chitarrista che, seppur abbia tagliato da un paio d'anni la soglia dei 60 anni, è ancora attivissimo sul fronte musicale e non manca mai di pubblicare nuove cose, che siano dischi live, album (a cadenza rigorosamente biennale) o, come in questo caso, la sesta compilation riguardante le ballads, quest'ultima invece a cadenza quinquennale, sin dal lontano 1993 quando vide la luce la prima edizione. Ho sempre pensato che, personalmente, Axel sia un chitarrista estremamente bravo e dotato, ma che da un paio d'anni a questa parte si sia adagiato in una sorta di comfort zone che fa percepire ogni sua uscita come 'la solita roba', dove ad esempio negli album ufficiali sia possibile prevedere in che momento ci sarà la canzone dal riff più speed, quella più lunga, e il mid tempo. Confortante di sicuro, ma alla lunga un po' tedioso.



'The Ballads VI' invece, non si capisce bene che precisa utilità debba avere. Al suo interno troviamo, ovviamente, versioni acustiche di vari pezzi sia della carriera di Axel, cover, e nuovi brani inediti. I dubbi che sorgono durante l'ascolto però sono molteplici, ad esempio perchè inserire non uno, ma , ben CINQUE pezzi già presenti, nella medesima versione, sparsi sugli ultimi due dischi in studio e sulla raccolta 'Diamonds Unlocked II' uscito lo scorso anno? Sì, perchè 'Gone With The Wind', 'She's A Lady', 'I Put A Spell On You', 'Room With A View', e 'As Blind Fool Can Be' sono canzoni già sentite, dove non c'è la minima differenza nella produzione, quindi onestamente non capisco perchè sia stata fatta una scelta del genere, cosa che Axel tra l'altro ripropone ciclicamente in queste compilation. Il resto dell'album viaggia su ballad certamente impreziosite dalla voce sempre in forma di Gioeli, prendo ad esempio la cover di 'Diamonds And Rust' o di 'Dust In The Wind', o l'ottima inedita 'Hidden Secrets', ma per il resto ci si trova davanti al minimo sindacale, dove in 74 minuti di musica si salva veramente poco, non che ciò che si ascolta sia gravemente insufficiente, ma l'impressione è quella che quella di 'The Ballads' sia diventata ormai una raccolta superflua e continuata a fare solo per tradizione.

Raccolta che nulla toglie e nulla aggiunge alla sterminata discografia del chitarrista tedesco, e resta solo da attendere il prossimo anno per un nuovo disco di inediti da parte di Axel, e speriamo che in quel caso ci sarà un'ispirazione migliore.