Gli
Hiems sono il progetto personale di
Alessandro "Algol" Comerio, membro dei ben più famosi Forgotten Tomb, e con il nuovo
"Stranger in a Wasteland", rilasciato dalla validissima
Agonia Records, sono al terzo lavoro di una carriera iniziata nel lontano 1996 che negli ultimi quattordici anni non aveva portato a nessuna nuova realizzazione.
Un periodo, dunque, molto lungo ci separa dall'album precedente, un periodo nel quale
Algol, soprattutto durante gli anni della pandemia, ha affinato il suo songwriting dando vita ad una forma di black metal molto particolare e lontana, anni luce, non solo dagli esordi del gruppo, ma dal "classico" black in generale, tanto che, in molti frangenti, è l'etichetta stessa di black a stare molto stretta agli
Hiems i quali, incuranti di qualsiasi moda, ci offrono un suono cupo (certo frutto del succitato periodo pandemico), attestato su rocciosi mid-tempos fortemente intrisi di dark ed hard rock, in una miscela che mi ha portato a pensare agli ultimissimi Satyricon riletti secondo una indovinata prospettiva darkwave anni '80.
"Stranger in a Wasteland" risulta essere un lavoro compatto, introspettivo, dal groove minaccioso e dalle atmosfere plumbee che ben si amalgamano con la produzione maniacale, ai limiti della perfezione, e con il cantato oscuro di
Algol, portavoce di alienazione e distacco per un metallo nero davvero molto poco canonico nel suo essere raffinato e "rock".
L'ascolto di un album del genere, in particolare per gli avvezzi all'estremo più intransigente, non risulta, certo, semplicissimo, soprattutto per il suo essere molto monolitico e quasi statico nella sua potenza, ma le piccole variazioni, le ricercate melodie, certe soluzioni quasi di avanguardia (comunque molto limitate), lo rendono un lavoro riuscito ed originale che, se approfondito nei modi e nei tempi giusti, saprà regalare momenti piacevoli per quanto neri come la morte.
Prodotto indicato per chi si nutre della notte e delle sue suggestioni e si sente, sempre, straniero ovunque si rechi in questo nostro mondo desolato e distrutto.
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