A prima vista avevo pensato ad un gruppo punk hardcore nella migliore tradizione di Raw Power, Bloody Riot o Upset Noise, siccome con la copertina che hanno scelto e con il nome che si sono affibbiati, gli Urto sembrano incanalati proprio in questo filone musicale. Invece non è cosi. "Numbers" è sì un lavoro che contiene diversi spunti di protesta, contro un certo sistema capitalista ("Freedom") ed ad ogni modo contro le violenze a cui vengono spesso sottoposte le popolazioni inermi ("Numebers"), ma l'accompagnamento musicale è orientato ad altre coordinate musicali. Si tratta di un thrash metal old style che privilegia le influenze dei gruppi oltreoceano (Testament, Sacred Reich, Anthrax...) senza però trascurare quelli europei. In questo secondo caso ci vedo bene accostamenti ai Vendetta (la parte strumentale posta all'inizio di "Bugger Off") o agli Assassins del secondo album.
Il thrash di questi cinque siciliani è sempre molto aggressivo ma mai minimalista, ogni brano ha dalla sua passaggi elaborati che mettono in mostra le capacità compositive ed esecutive degli Urto, che sono messi in condizione di "offendere" da una eccellente produzione, nitida e potente. Di buon livello pure la parte grafica che accompagna il CD. Ad essere pignoli direi che manca solo di un po' di cattiveria, e talvolta il pur bravo Alessandro Olivo (anche nel gruppo power degli Ancestral) dovrebbe aggredire maggiormente il microfono. Brani schiacciasassi come "Hitlerosevic" e "Freedom" rimandano direttamente alla Bay Area, alle produzioni di bands storiche come Exodus e Sacred Reich, gruppi che anche come liriche non si sono mai tirati indietro dal muovere critiche feroci al sistema. "The Second Coming" inizia in maniera più delicata, si anche tratta dell'unica canzone di "Numbers" che non mi convince del tutto, per come sono state impostate ed affrontate le linee vocali. Questo si verifica sopratutto ad inizio del pezzo, mentre nelle battute finali, sicuramente più energiche, la situazione migliora. Non lasciano adito a dubbi i chitarristi Mimmo Saladino e Giovanni Labita, precisi e determinati nelle ritmiche e negli assoli, ma anche il drummer Giuseppe Campisi non sbaglia un colpo. La titletrack si rivela un breve brano strumentale ed acustico, veloce comunque a sfociare nella martellante "Full Heavy Metal Jacket".
Born to ki...ehm to thrash!
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