Come ciccare un calcio di rigore a porta vuota; scusate la metafora calcistica, ma è quello che penso dopo aver ascoltato la prima fatica solista dell’inossidabile
James Rivera.
Le premesse per un bel lavoro c’erano tutte; ovvero coverizzare molte hit new wave e non solo degli anni ottanta in chiave metal.
Purtroppo l’obbiettivo è stato mancato per poco, perché i brani paiono avere poca grinta; non mordono, basta ascoltare la versione del classico “
Shock the monkey” di
Peter Gabriel, lenta e fuori fuoco.
Come anche “
Everybody wants to rule the world” dei
Tears For Fears, manca di dinamicità e i riffing non sono centrati.
Altro discorso per la versione più oscura e morbosa di “
Black celebration” dei
DM, oppure di “
Bela Lugosi’s dead” dei
Bauhaus.
Totalmente fuori tema la versione di “
Pet sematary” dei
Ramones, peccato perché il buon
Rivera ce la mette tutta ma capita anche ai grandi di sbagliare.
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