Dopo una giornata particolarmente nera, mentre nuotavo nel mare oscuro e tempestoso dei miei soliti dubbi esistenziali, stanco dell’ignoranza e dell’ipocrisia dell’umanità, tra sfiducia totale nel prossimo e tanta voglia di gettare la spugna, mi sono capitati tra le mani gli sconosciutissimi
Kerrigan da Friburgo con il loro esordio discografico, uscito per la
High Roller Records, intitolato
Bloodmoon e, come un fulmine a ciel sereno...BOOM...tutto è cambiato!
La fiamma dell’orgoglio ha ricominciato ad ardere dentro me e, in men che non si dica, è divampato un incontrollabile fuoco interiore che, col suo bagliore accecante, ha immediatamente incendiato il nulla cosmico circostante.
Esagero? Assolutamente no!
Anzi, sono proprio convinto che il debutto di questa band tedesca, composta dai promettenti
Jonas Weber (voce e chitarra) e
Bruno Schotten (chitarra e basso), coadiuvati dal bravo
Jonathan Döring alla batteria, si candidi seriamente ad essere una delle più belle uscite del 2023!
La proposta dei
Kerrigan, che si colloca all’interno del filone “New Wave Of Traditional Heavy Metal”, ricorda vagamente, per efficacia ed energia sprigionata, gli esordi spumeggianti di illustri predecessori del genere, quali
Enforcer o
Ironflame.
Pur essendo un disco abbastanza immediato,
Bloodmoon può vantare delle composizioni dense di atmosfere emotivamente incisive, che permettono alla band di non puntare tutto esclusivamente sull’impatto sonoro, dando vita a un lavoro molto più profondo ed eterogeneo di quanto possa sembrare, all’interno del quale, si incontrano le diverse anime della band: da un lato, quella più grezza, massiccia, diretta, spigolosa e, dall’altra parte, quella più matura, intima, romantica e magica, raffigurata appieno dal seducente artwork.
Bloodomoon brilla per freschezza, passione, esplosività e bellezza delle melodie, ma l’autentico punto di forza di questo lavoro, è la sua esuberanza compositiva, considerando che non accusa alcun calo di tensione per tutta la sua durata e il livello di adrenalina rimane altissimo, dall’iniziale
Eternal Fire, fino alla conclusiva
Mesmerizer.
L’album è un susseguirsi incessante di ritmiche incalzanti (ne sono un esempio l’aggressiva
Forces Of The Night, la già citata
Eternal Fire, o la schizofrenica
Pull The Trigger), accattivanti trame melodiche pregne di sentimento, dal retrogusto sognante e talvolta malinconico (palesi nella bellissima title-track, o nella suadente
Hold The Banner), strutture possenti (vedasi la “doommosa”
Against The Westwind), chitarre sempre mordenti, sia nel riffing, che negli assoli, ma anche in fase di costruzione dei singoli brani (come avviene nella “maideniana”
Child Of The Sin, o nell’epica
Mesmerizer).
Questa danza metallica, favorita da una produzione impeccabile, viene sviluppata con cuore e carattere, consentendo ai
Kerrigan di rivisitare, con disarmante naturalezza e secondo la propria concezione musicale, sonorità che affondano le loro radici nei grandi classici e creando, a loro volta, un proprio stile, del tutto personale, cosi coinvolgente e ammaliante, da poter smuovere la coscienza anche dell’ascoltatore più apatico dell'universo!
Se davvero amate il genere e vi sta a cuore il futuro del metallo tradizionale, concedete almeno una possibilità ai
Kerrigan, sono certo che vi innamorerete di
Bloodmoon!