Non ho mai nascosto il mio apprezzamento nei confronti degli
Juglans Regia, sin dal loro primo album "Prisma" e negli anni ho seguito passo passo (anche nelle sue lunghe pause) il percorso della formazione toscana, che nel tempo ha cambiato diversi interpreti e anche approccio musicale, ma sempre mantenendo un elevato profilo qualitativo e di personalità.
Merito sicuramente del nucleo originale, quello composto dal cantante
Alessandro Parigi, il bassista
Massimiliano Dionigi e batterista
David Carretti. A loro, su "
Neranotte" si uniscono due nuovi musicisti,
Samuele Scandariato alla chitarra e
Riccardo Iacono (dai Domine) alle tastiere, che si ritagliano il loro spazio, soprattutto il secondo che già aveva collaborato con gli
Juglans Regia in passato e oggi in grado di dare un nuovo input, più elettronico e sintetico direi, al loro sound, ma anche di realizzare l'artwork del nuovo album.
La brevissima, e dall'attitudine rumorista, "
Giù" ci introduce e si sfuma in "
Fragili Equilibri", brano che ritrovo a cavalcare tanto la New Wave quanto il Rock Progressive italiani, dove i vocalizzi femminili dell'ospite
Francesca Merli sono sottolineati dal guitarwork di Scandariato. Più rockeggiante la seguente "
Chimera", un brano (forse autobiografico) abile a tratteggiare l'equilibrio compositivo ed esecutivo raggiunto, che pare aver sfrondato ulteriormente (e definitivamente?) le originali influenze Heavy Metal, al più se ne può cogliere ancora qualche traccia lungo "
Dentro il Mare", non che ne sentissi la necessità, anzi, a questo punto mi avrebbe davvero stupito di incrociarne.
C'è comunque ancora tanta strada da fare prima di arrivare al... mare. Passiamo, infatti, per l'interludio campionato "
Troppo è Niente" che apre alle sonorità educate di "
Oltre lo Schermo" e di "
Confine", episodi caratterizzati entrambi anche da interessanti risvolti lirici, che mi arrischierei a definire ermetici. Un altro breve intermezzo ambientale, "
Güser", ed eccoci quindi alla già citata "
Dentro il Mare", con la chitarra a farsi più graffiante e hendrixiana e dove fa capolino anche lo scacciapensieri (strumento molto utilizzato nella musica siciliana) suonato da
Ciro Concadario e che da un taglio etnico al brano.
Ad arricchire la titletrack troviamo invece un flauto, suonato
Dina Simona Isimiglio, che aumenta il pathos di un episodio dai toni cangianti e ombrosi, tratteggiati dal basso di
Dionigi e dalle tastiere di
Iacono, sui quali si erge la voce di
Parigi, decisamente a suo agio su questi tessuti musicali piuttosto ariosi, che si distendono ulteriormente nella liquida outro "
Se" che chiude il disco.
"
Neranotte" non solo rappresenta al meglio quello che sono oggi gli J
uglans Regia - quello che diverranno lo scopriremo prossimamente e spero non troppo in là - ma ritengo sia anche la loro miglior uscita dall'esordio ad oggi.
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