Lo "zio" Alice ( permettetemi questo sostantivo maschile che suona famigliare ) ci stupisce ancora dopo più di 50 anni di carriera ai massimi livelli, e scusate se è poco. Ho sempre considerato
Alice Cooper, più che un grande cantante, un grande interprete ed intrattenitore in grado di fare dischi estremamente eterogenei in grado di soddisfare tutti i palati e questo nuovissimo "
Road" non fa certo eccezione.
Qui troverete un Alice particolarmente ispirato - come in occasione del bellissimo album "
Paranormal" -, un grand guignol del Rock, tenebroso e solare come nella ballad "
Baby Pleaae Don't Go", vero metallaro come nelle heavy "
Welcome To The Show" e "
The Big Goodbye", i pezzi migliori del disco, ci sono brani autocelebrativi come "
Welcome To The Show " e la misteriosa "
I'm Alice" che sottolineano l'ambiguità della maschera di Alice Cooper, brani che parlano della vita on the road (il rock-boogie di "
Rules Of The Road", la ballabile "
Big Boots" con tanto di pianoforte), i tutto pervaso dall'alone di mistero ed ironia che da sempre contraddistingue il personaggio. Blues e funky li troviamo in "
All Over The World", un numero che non avrebbe sfigurato in album degli Aerosmith, mentre echi di Ozzy Osbourne li troviamo nel riff portante di "
Dead Don't Dance" e il rock'n'roll vitaminizzato di "
Go Away" sono altri pezzi da 90' di un album che non ha nè punti deboli nè cali di tensione.
A 75 anni suonati, Alice Cooper rimane una delle poche e genuine rockstar esistenti, alzatevi ed applaudite signore e signori, il grande intrattenitore è tornato, il sipario si apre e che lo show abbia inizio!
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