Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:56 min.
Etichetta: Independent
Distribuzione:RidingEasy Records

Tracklist

  1. REVIVAL
  2. CHAPTER ZERO
  3. DARKEST NIGHT
  4. FOGGY MIST
  5. FADING AWAY
  6. WITCHY EYES
  7. TWISTED REALITIES
  8. DEAD BY DAWN (BONUS)
  9. CELLAR OF MISERY (BONUS)
  10. CELLAR OF MISERY (EXTENDED VERSION)

Line up

  • Filip Petersen: guitars, bass, drums
  • Khushal Bhadra: vocals, guitars

Voto medio utenti

Quando un cantante/chitarrista indiano e un polistrumentista norvegese si incontrano, ne esce un sound… classicamente inglese!
Strana questa matematica culturale.

Se decidete di affrontare gli Spiral Shades sappiate subito che nella loro proposta di metal non ce n’è, siamo invece nel campo del VERO doom e del progressive rock settantiano, con una festa di riff brillanti e atmosfere cupe che si mescolano in modo realmente convincente.

Tributare i maestri degli anni ’70, lasciare scorrere liberamente nuove canzoni che escono da sole dal profondo dell’anima e del bagaglio culturale che ognuno di noi custodisce: questo è quello che questi due ragazzi hanno deciso di fare.
Curioso che si siano conosciuti su Youtube ed abbiano deciso di collaborare insieme a qualcosa agli antipodi della modernità.

Questa loro opera prima si intitola Revival (un nome che dice molto) e contiene 7 canzoni -più bonus- in cui gli Spiral Shades offrono soluzioni mai troppo elaborate ma spesso sorprendenti, fatte di una fulgente ispirazione che va a braccetto con la tradizione. I ritmi non diventano mai esageratamente lenti ma sono certo in grado di dilatarsi quando il mood lo richiede, così come di farsi più urgenti nelle porzioni maggiormente incisive, il tutto sorretto da un riffing sempre ispirato, quasi poetico. Il susseguirsi di atmosfere ora cupe ed occulte, ora ingiallite dal tempo, così come l’alternanza tra forza elettrica e gli arpeggi riverberati quasi psych portano a cullare l’ascoltatore in un viaggio temporale agli albori del genere, con rispetto e senza sterile emulazione dei padri Black Sabbath. Ma non solo. Svirgole stoner, crudo rock, momenti storti, accenni proto-metal, sono i tanti piccoli aromi ben dosati che insaporiscono la base doom della band.

Il cantato vicino a quello del fu Ozzy, cantilenato e alto, è davvero azzeccato e si adagia adeguatamente sulle canzoni, con uno stile che prende le distanze dalle mire operistiche proprie di certo epic-doom e dal fare sporco e graffiante di certo stoner. Anche se, già lo so, a molti non andrà a genio.

Come avrete sagacemente intuito, modernità e innovazione non sono da ricercare in questa proposta, con buona pace anche dei detrattori del "allora mi ascolto gli originali". Cambiate canale.

Revival è la sorpresa di fine estate, un serio candidato alla top ten 2023.

Assaggiate, è gratis. Supportate, è consigliato.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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