Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:35 min.
Etichetta:Wise Blood Records

Tracklist

  1. THE HOWLING DEAD
  2. BLOOD IS LIFE
  3. BOUND & RAVAGED
  4. FROM HELL THEY CAME
  5. THE LAST TOMB
  6. HIS WILL BE DONE
  7. OBSIDIAN OFFERING
  8. TO DARKNESS DAMNED
  9. LORD OF PAIN
  10. WHAT LIES BENEATH
  11. FLESH TURNED TO ASH

Line up

  • Tanner Hudson: bass
  • Zach Sutton: drums
  • Peter Carparelli: guitars, vocals
  • Pat Armamentos: guitars

Voto medio utenti

Questo nuovo full length degli statunitensi Bloodletter, intitolato 'A Different Kind Of Hell', mi aveva già messo curiosità addosso per alcuni semplici motivi: il singolo etsratto un paio di mesi fa 'The Last Tomb' mi era particolarmente piaciuto, pur muovendosi su stilemi thrash metal molto basilari, ma era scattato quel qualcosa che mi aveva fatto andare fino alla fine, evitando dunque di saltare l'ascolto passando ad altro. In secondo luogo, la durata più che giusta dell'intero disco, un bell'artwork e anche il fatto che, collegandosi al primo punto, era da un po' che non avevo avuto la possibilità di incappare in release thrash/speed metal che mi incuriosisse davvero, e al termine della quale non mi trovassi soddisfatto, ma nulla più.



C'è da dire che 'A Different Kind Of Hell' non fa molto per distanzarsi dai suoi due precedenti, usciti rispettivamente nel 2018 e nel 2020, e di cui anche lì le caratteristiche sopra citate ne facevano dei buoni album ma che a lungo andare veniva sempre meno voglia di tornare a riascoltarli. Su questo nuovo lavoro si può però notare una maggiore cura nel songwriting, meno 'in your face' ma comunque ben caricato e pronto ad esplodere al momento giusto, come in 'The Howling Dead'. Sembra un po' di sentire echi di Angelus Apatrida su 'From Hell They Came', che ha dalla sua anche delle melodie ben azzeccate e che fanno del disco nella sua totalità uno dei suoi punti forti riuscendo a non calare mai di intensità, seppur con tutti i limiti del caso. L'ascolto risulta abbastanza divisivo, dato che nella prima metà si trovano le migliori cartucce, mentre nella seconda i Bloodletter cominciano ad accusare abbastanza il colpo, prendasi 'To Darkness Damned' che presenta un riff e linee vocali già ampiamente usate, o 'What Lies Beneath' che prosegue nella stessa scia. Trattasi comunque di 11 pezzi che, nel bene e nel male, scorrono senza grandissimi problemi, ma dove il punto di domanda è rappresentato dall'utilità,o se vogliamo dall'occasione mancata.

Album che in generale convince e si lascia sentire senza pretese? Assolutamente sì. Ce ne ricorderemo entro fine anno? Dubito.
Recensione a cura di Francesco Metelli

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