Eccoli qui i liguri con il nuovo album; sono tornati con un vecchio “amico”, ovvero lo scrittore ed esoterista austriaco
Gustav Meyrink, perché questo lavoro è il terzo ispirato alle opere dello scrittore mitteleorupeo.
Questo nuovo concept si apre con una strumentale dove l’organo la fa da padrone per poi essere raggiunto da orchestrazioni sinfoniche e batteria; un pezzo di assoluto pregio e valore perché comunica subito un pathos oscuro al quale viene poi dato più corpo con la seguente traccia, “
La bianca strada”, un up tempo prog dove il singer dipinge un quadro fosco dove orrore ed esoterismo vanno a braccetto con un bell’intermezzo solistico ad opera delle chitarre con il basso di
Banchero che si muove agilmente attraverso la composizione.
“
Ofelia” è una traccia drammatica, lenta ed appassionata con le tastiere in primo piano seguite da chitarre; il frontman affronta il tutto dando uno spessore emotivo, pare aleggiare lo spirito del
Banco Del Mutuo Soccorso.
La strumentale “
Il dissolvimento del corpo con la spada” fa vedere di che pasta sono fatti i nostri che sciorinano tecnica e passione inserendo assoli a cascata e un’influenza funk nei cambi di tempo con il dialogo tra basso e batteria; sorpresa ecco arrivare la versione 2023 di “
Missa nigra”, in origine presente nel debut album omonimo, questa nuova versione è impreziosita da spunti fusion da pelle d’oca.
Chiude il tutto la strumentale per basso e chitarra “
Solitudine”, che seppur breve fa ascoltare la bravura alle quattro corde del bassista genovese che sa intessere trame fosche ed affascinanti.
Cosa dire altrimenti di un ritorno graditissimo, perché in mezzo a troppa plastica spacciata per musica, il combo prog nostrano sa confezionare lavori molto personali e coinvolgenti; fatelo vostro abbinandolo al libro di
Meyrink a cui è ispirato, spegnete la luce e…buon ascolto!
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