Non ho mai pensato che la qualità di un album si dovesse giudicare dalla sua lunghezza: ci sono album ricchi di canzoni, lunghi, intricati, ma che annoiano, e ci sono album, invece, che nello spazio di poco tempo dicono tantissimo e riescono ad emozionare nel profondo.
Il segreto?
Molto facile: il talento.
Nella musica, come in ogni altro ambito artistico, senza talento, senza vero talento, non si va da nessuna parte e non si riesce a coinvolgere, con forza passionale, il fruitore dell'opera d'arte, qualunque essa sia.
I
Wolves in the Throne Room questo "dono" lo hanno sempre avuto e, sin dai loro esordi, sono stati in grado non solo di emozionare l'ascoltatore, ma anche di farlo sentire partecipe del loro messaggio sonoro così particolare, così unico e così affascinante.
Il nuovo
"Crypt Of Ancestral Knowledge", in soli venti minuti, racchiude tante idee e tocca le corde più profonde dell'animo come altri non riuscirebbero a fare, forse, in una carriera intera.
La musica degli americani non è più, solo, black metal, ma è un messaggio spirituale, legato a doppio nodo alla Natura, che colpisce i nostri sensi con la sua dirompente forza epica, ed al tempo stesso tranquilla, conducendoci lontanissimo attraverso la maestosità nel nostro bellissimo pianeta che qui, come in passato, viene omaggiato sia con il gelo del metallo nero che con le magiche atmosfere folk e dark ambient, in una amalgama perfetta nel suo bilanciamento e poliedrica nella sua capacità espressiva.
Solo quattro brani, due più vicini al mondo "classico" dell'estremo, in una chiave più sinfonica rispetto al passato, e due più sperimentali, dalle suggestioni di matrice Cold Meat Industry, ma emozioni enormi veicolate dalla loro forza sciamanica e dal loro sapore quasi antico che, tuttavia, riesce a diventare moderno pur ribellandosi, fortemente, proprio a tutto ciò che è moderno.
"Crypt Of Ancestral Knowledge" è una "piccola" gemma, magnifica sin dal bellissimo artwork.
I lupi sono, di nuovo, i cantori della aspra Bellezza traformata in musica.
Noi, al loro cospetto, possiamo solo tributare un sentito, e doveroso, ringraziamento.
Il resto, a ben guardare, non ci importa proprio per nulla.
Maestri.
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