Quest’anno tornano gli slovacchi con un lavoro ambizioso, ovvero un concept album sulla figura controversa dell’imperatore asburgico
Rodolfo II, noto per essere un’alchimista.
Questo album ne vuole raccontare l’aspetto misterioso, oscuro in una rilettura in salsa horror e bisogna dire che gli elementi ci sono tutti.
Si parte con la strumentale d’apertura “
On the side of the abyss, the starry castle opens” dalle atmosfere prog, con le tastiere che giocano un ruolo importante.
Subito prende il via con uno speed metal serratissimo la seconda traccia, dove il frontman usa un growl cavernoso quasi in senso narrativo.
Bella la parte centrale con le tastiere che fanno da tappeto atmosferico prima del solo.
La
titletrack è una breve strumentale condotta dalle tastiere che portano dritte a “
Withinside the kunstkammer’s soothing solace” dal riff maideniano in up tempo.
La matrice diventa poi più cadenzata ma si sente che è forgiata nell’heavy più classico degli anni '80.
“
The mansion of dragons is in caverns of the earth” è un’altra strumentale dove l’accento prog è pronunciato, perché sono le orchestrazioni a farla da padrone.
Curiosa la parte centrale che sembra un valzerino metal per poi tramutarsi in una cavalcata progressive rock che rallenta sul finale.
“
The maharal and the Golem” è un pezzo veloce, serratissimo e debitore del black metal ottantiano che utilizza un growl catramoso il giusto e dei cori nel ritornello.
A spezzare il tutto ci pensa l’intermezzo cadenzato condotto dalle orchestrazioni, affiancate dagli assalti velocissimi e violenti della tradizione estrema.
“
And lo, thus the imperial star descends” è la traccia più lunga dell’album e inizia come un mid tempo atmosferico con chitarre arpeggiate su di un tappeto acustico. Le sei corde si fanno poi pian piano cadenzate, elettriche ed epiche, con lontani echi bathoriani.
Il tutto aumenta presto di velocità con l'utilizzo di riff di martrice heavy, che sfumano sul finale in una coda tastieristica.
Un disco che dal punto di vista del metal estremo offre davvero ben poco, ma che non si può certo definire come un brutto album. Il lavoro è affascinante ed atmosferico. Per me l’azzardo è stato più che giustificato visto tipo di racconto, supportato in modo adeguato dalla proposta musicale.
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