La
Svart Records nella sua opera di talent scout dell’underground finlandese, spesso prende delle cantonate micidiali e l’esordio di
Krypta ne è una delle tante.
Da one man band Black Metal a Occult Rock il passo è breve ed ecco che in questo calderone nel quale si ci butta di tutto dentro, il musicista finlandese va a fare un lavoro da dimenticare il prima possibile.
Dietro ad una copertina di grande bellezza e semplicità (che per stile visivo rimanda al
Robert Wyatt solista),
Krypta fa un Occult Rock dai toni piuttosto “happy” e spensierati rispetto a quelli che sono gli standard del genere, affondando le sue influenze negli anni ’60 tra rimandi ai
Beatles, piuttosto che ai primi
Iron Butterfly o ad una versione “light” dei
Coven.
Canzoni corte e concise, nelle quali la lingua finlandese dà un minimo di personalità ad una proposta terribilmente generica, velatamente Psych, con una chitarra che spesso abbozza solamente le idee interessanti che ci sono, una sezione ritmica assolutamente scolastica ed elementare e, un cantato terribilmente anonimo e incolore che non valorizza minimamente una fonetica particolare come quella della lingua finlandese, ma anzi, rendendola pure ridicola e azzoppando definitivamente il lavoro in questione.
Non è una questione di tecnica approssimativa o di una registrazione non stellare, dopotutto il Punk ci ha insegnato nel corso dei decenni che si possono fare autentici capolavori anche senza certi orpelli, ma è proprio una grave mancanza di idee il problema di questo “
Outo Laakso”.
In una panorama così tanto affollato, lavori del genere ormai sono intollerabili.
Peccato che una cover art del genere sia stata sprecata per canzoni di così basso livello.
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