L’ultimo contatto che ho avuto con i miei concittadini
Spellblast risale ai tempi di
Horns Of Silence (2007), quando erano ancora gli inizi, al termine di un concerto tenutosi nella sala sotterranea di un microscopico locale di provincia, abbastanza famoso in zona, tristemente noto per l’acustica indecente (oltre che per il classico fetore d’ascella), a cui, sorprendentemente, aveva partecipato, nelle vesti di special-guest, addirittura Fabio Lione; e adesso, dopo più di 15 anni, me li ritrovo con una line-up ed un sound completamente rinnovati!
Classified-V, uscito a fine 2022 (a proposito, scusate il ritardo!), quinto album in studio dei bergamaschi, ci presenta una formazione che, fatta eccezione per il chitarrista fondatore
Luca Arzuffi, vanta tra le sue fila ben 3 volti nuovi, ovvero
Francesco Fisogni alla seconda chitarra,
Gabriele Bruno alla voce e
Giuseppe Zani al basso.
Rispetto agli esordi, improntati su sonorità tipicamente folk, come si diceva all’inizio, gli
Spellblast hanno ormai decisamente cambiato pelle, virando verso territori più tradizionali ed orientandosi su un classico, e più sicuro, heavy-power melodico, ma comunque molto energico.
Il nuovo lavoro della band orobica è un disco abbastanza immediato, più semplice rispetto al passato, ma questo non significa che sia brutto anzi, l’album può vantare delle composizioni assolutamente valide, graffianti e dotate di un buon tiro melodico, anche se talvolta possono dare l’impressione di già sentito.
Impatto sonoro (
The Hands Resist Him), atmosfere solenni (
The Wow Signal, The Children Of Woolpit), ritmiche ficcanti, sostenute da chitarre taglienti
(The Dancing Plague, The Yogtze Riddle), melodie di facile presa (
The Overtun Bridge) a cui, fanno saggiamente da contraltare, delle linee thrash (
The Dyatlov Pass) che tingono d’aggressività l’album, sono gli ingredienti principali della nuova fatica degli
Spellblast.
Buona inoltre la prestazione di tutti i musicisti, a partire ovviamente dal leader
Luca Arzuffi che tesse le sue trame chitarristiche sempre con bravura tecnica e gusto melodico, mentre il nuovo vocalist
Gabriele Bruno si rivela una bella scoperta, mettendo in mostra un timbro particolare, che diventa più ruvido sulle tonalità medio-alte, conferendo ferocia ed una buona dose di drammaticità alle varie tracce.
In conclusione,
Classified-V pur non essendo un capolavoro, è un disco onesto ed apprezzabile, grazie alla freschezza del song-writing e all’incisività delle composizioni anche se, inevitabilmente, i fans di vecchia data continueranno a mal digerire il nuovo volto degli
Spellblast, seguitando a rimpiangere gli (ormai lontani) esordi folk.
D’altronde, si sa, noi metallari siamo soliti identificare una band con determinate sonorità che ne hanno decretato le fortune e non amiamo particolarmente i cambiamenti di stile!