“
Blast No1 - Blastbeat Tribute To Type O Negative” è senz’ombra di dubbio uno dei tribute album più originali e bislacchi degli che siano usciti negli ultimi anni, dopotutto una raccolta/tributo ai paladini del Gothic/Doom Metal in salsa Grindcore è un’idea decisamente folle e singolare, un po’ come il Grindcore stesso se vogliamo.
La maxi opera qui imbastita da
783 Punx vede ben 19 band da tutto il mondo (dall’Indonesia alla Polonia, dal Belgio alla Lituania, per giungere agli States e alla Scozia…) che coverizzano altrettanti brani dell’incredibile band del compianto
Peter Steele, che se nel primo album “
Slow, Deep And Hard” (1991) aveva ancora forti legami stilistico-sonori con i più lerci e Punx-Thrash
Carnivore, già dall’eccezionale “
Bloody Kisses” (1993) la mutazione ormai era giunta completamente a termine.
Ora si arriva alla situazione più spinosa: i
Type O Negative sono sempre stati una band decisamente unica nel loro modo d’intendere il Gothic Metal che tanto guardava al Doom Metal, quanto alla musica Dark, passando per mille altre influenze che tra le tante guardavano dal Beat, alla Psichedelia, per giungere pure al Punk. Una miscellanea che, insieme al fuzz chitarristico e alla voce di
Steele, hanno caratterizzato così fortemente i
TON da lasciare un vero e proprio vuoto dopo la loro dipartita (non colmato nemmeno dagli
A Pale Horse Named Death).
Situazione spinosa perché?
Solitamente le cover vengono affrontate in tre modi:
- il primo è quello di rimanere completamente fedeli all’originale
- il secondo è quello di stravolgere il materiale di altri, a volte rendendolo quasi completamente irriconoscibile
- il terzo è una via di mezzo tra i due estremi citati poc’anzi, cercando quindi di mediare la propria personalità artistica con quella dell’artista che si va a tributare
In “
Blast No1 - Blastbeat Tribute To Type O Negative” come abbastanza prevedibile, per quanto si voglia seguire la prima via, sono inevitabilmente le altre due vie ad essere seguite, il problema è che tutte le meravigliose influenze che hanno reso il ventaglio sonoro dei
TON così personale ed originale, non si sa se per scelta voluta o meno (incapacità di integrarle in quel devasto musicale? Eccessivo entusiasmo da parte dei gruppi presenti che sono andati giù di pancia?), si vanno a perdere: oltre a questo, aggiungo che la tracklist è molto (troppo!) altalenante e da buone perfomance, si passa a livelli a dir poco amatoriali e dilettanteschi in un battito di ciglia.
Un tributo che suona come una gigantesca occasione mancata: lasciatemi dire che è un gran peccato!
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