Di una cosa sono sicuro quando penso agli
Ektomorf: se mai un giorno dovessi incontrare il loro fan più sfegatato, e gli chiedessi di elencarmi i suoi riff preferiti della band, penso passerebbe una decina di minuti in parecchia confusione.
Sulla scena ormai da quasi 30 anni e con la bellezza di ben 16 dischi all'attivo, con un live album nel mezzo, gli ungheresi capitanati da
Zoltán Farkas non si sono certo mai contraddistinti per una grande dosa di fantasia, rinnovamento, o svecchiamento del loro sound. Evidentissime sono sempre state le influenze ai Sepultura di Chaos A.D. e dei successivi lavori, ai peggiori Machine Head (recenti e non), o in maniera ancora più chiara e netta dei Soulfy. Anzi, gli aggettivi citati poco fa potrebbero essere presi anche come un'offesa dai membri del gruppo, che hanno fatto della coerenza e dell'immobilità stilistica il loro trademark che, come ho sempre pensato e detto più volte su queste pagine, non è necessariamente un male, ma lo diventa quando ci si rende conto che su centinaia e centinaia di pezzi creati in così tanti anni se ne riescono a differenziare tra loro una manciata a essere ottimisti. Questo è però il mio pensiero, e i fatti parlano in maniera diversa dato che gli
Ektomorf dal 2006 sono passati più volte sotto le maggiori etichetta discografiche nel genere (Napalm, Nuclear Blast e, in questo caso, AFM), e ciò vorrà pur di qualcosa...credo...
[Foto fornita nel Comunicato Stampa]
Sta di fatto che
'Vivid Black', con una copertina su cui onestamente preferisco passare oltre, non si discosta di un millimetro dalle recenti produzioni del gruppo. Tutto è al suo posto, tra
'I'm Your Last Hope' con i suoi riff che fanno molta scuola Slipknot,
'You And Me' che suona come un riciclo del riciclo del vecchio repertorio degli
Ektomorf, ed altre tracce che, pur cercando di risultare diverse dalle precedenti (ad esempio alternando uno stile vocale più pulito ad un altro più aggressivo) come
'The Best Of Me' che sembra uscita da un disco nu metal di primi anni 2000, il resto è quanto di più anonimo e standard che si possa sentire.
'Never Be The Same Again' ha un buon tiro, ma il problema di fondo è che se fossiamo davanti al loro debut album, o comunque a inizio carriera, il disco non sarebbe neanche così male, ma invece è il sedicesimo, dove non c'è neanche la voglia di voler cambiare. Attenzione, per cambiare non intendo snaturare le proprie caratteristiche, ma almeno dei cambiamenti nella struttura delle canzoni, dei riff, della batteria veramente troppo monotematica (
'Fade Away')...un qualcosa, appunto.
Sono sicuro che gli
Ektomorf in tutti questi anni di attività siano riusciti a crearsi e a consolidare una solida fanbase, e
'Vivid Black' sarà senza dubbio un disco che rientrerà nei loro gusti, ma ciò che mi chiedo è se lo apprezzeranno perchè ci troveranno effettivamente qualcosa di buono, o perchè gli sembrerà di ascoltare in un loop infinito lo stesso materiale e ne saranno talmente assuefatti da non riuscire a distinguerne le differenze.
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