Da Frosinone giunge a noi questa giovane band composta da tre elementi, qui al primo demo e decisamente invaghiti di sonorità moderne e crossoverizzate. Le cinque tracce hanno un grosso difetto che è la registrazione, decisamente approssimativa e fastidiosa, tuttavia la buona qualità dei pezzi fa sì che si possa soprassedere sulla cattiva qualità della produzione.
I punti di riferimento sono sempre gli stessi, l’onda korniana non accenna a scemare, tuttavia la band sa metterci del suo e se l’iniziale “Ipocclusione” è più ordinaria, già le seguenti “Sambuca Flambè” e “Re Di Coppe” mettono in mostra sprazzi di personalità, con bordate a tratti crust-core e passaggi sofferti e pesanti. Il riffing è cupo e ribassato, il basso pulsa forte e così il groove è davvero elevato. “Uomo Maionese” è un’altra gran bordata che esprime tutto il disadattamento, da cui il titolo, della band. Tuttavia la conclusiva “F.A.T.” è forse quella più vetriolica, ed il sottotitolo “fanculo a tutti” chiarisce subito le idee.
I Fuoriluogo secondo me hanno le carte in regola per crescere e dare vita a qualcosa di eccitante, anche perché la loro rabbia è genuina e vi posso assicurare che essa sa creare killer songs molto più che se foste i Dream Theater del crossover. Puntate su quello che avete dentro e forse riuscirete a venire fuori dal buco in cui vivete.
Contatti: http://fuoriluogo.altavista.org
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