Diciamocelo chiaramente
'Six Voices Inside' é stato il classico fulmine a ciel sereno, perché nessuno si aspettava un album del genere da una band praticamente sconosciuta e l'attesa per il succesore é cresciuta a dismisura , quando poi é stata fissata la data di uscita allora il 'tempo musicale' ha cominciato a dilatarsi e fedele al comandamento del
Maestro Dope, per cui non si ascolta niente finché non esce tutto l'album, ho sofferto nel 'dover ignorare' i due singoli che annunciavano l'Armageddon … mai decisione fu più saggia, mai pazienza fu meglio ripagata,
'Militant : Penitent : Triumphant' é l'album che mi aspettavo, é l'album che speravo, é l'album che ora non smetto di ascoltare ... e tutto il resto della musica si deve trovare uno spazietto tra questo capolavoro e
'Kultur' (dei
Kaevum), altro ossigeno quotidiano per le mie orecchie … Il sound di
Faidra per fortuna non é cambiato molto, anzi, sin dalle primissime note della mastodontica opener
'The Leaving Rot' il
Conte posa la mano sulla spalla del misterioso main man dietro
Faidra, gli infonde il suo supremo spirito affidandogli l'arduo e improbo compito di diffondere il Nero Verbo …
'The Leaving Rot' si manifesta cosi' nel suo burzumiano incedere, lento, rituale, circolare e marcio, marcio fino al midollo come la Santa Madre Chiesa, l'entità che più di ogni altra rappresenta il concetto di corruzione su questa dannata terra … un incedere messianico ed asfissiante, cesellato di oscure melodie porta dritto a
'Punishment Nailed Deep' pezzo malato e sinistro che con il suo synth burzumiano e la secolare melodia ci porta in un mondo angosciante e disturbante... quasi nove minuti di puro disagio artistico senza eguali . Dopo i primi due pezzi abbiamo già capito che
Faidra ha di nuovo sfogato il suo tormentato animo plasmandolo con una musica intensa ed emotiva, dove al già (mai troppo) citato e lodato
Conte, si aggiungono delle sfumature folk/medievali che rimandano ai migliori
Obsequiae di
'Aria Of Vernal Tombs',in un continuo turbunio di stranianti e strazianti melodie sorrette da uno screaming profondo e tagliente che ti entra dentro e ti marca per sempre … una volta capito ed assimilato tutto cio', sarà più 'facile' digerire l'intro del primo singolo
'Parousia Delayed' , un intro che é pura angoscia e immediato mal di vivere... ogni volta che lo ascolto mi sento a disagio con me stesso, non so perché, non saprei spiegarlo, ma senti che ti entra dentro e ti si installa come un male silenzioso e latente…
'Halo Of Ashes' abbassa ancor di più la velocità, dilata il tempo e ci trasporta in una spirale di dolore dove il primo riff é un vero inno al distacco terreno … sempre più pressante si fa l'angoscia, sempre più inutile l'umana presenza fino all'inaspettata, celestiale apertura di metà pezzo che sembra spezzare la coltre grigia nella quale siamo avvolti, ma é vana speranza, il buio é senza fine ... un fastidioso ronzare ci introduce al secondo singolo,
'Mother Acherontia', il brano forse più teatrale, grazie alle spoken words che infondono un ulteriore senso di sacralità e secolarizzazione all'album creando un perfetto connubio con la copertina sulla quale possiamo ammirare il dipinto intitolato 'L'ombra di Samuele appare a Saul' di Salvatore Rosa (pittore italiano del '600) . La chiusura di questo magistrale capolavoro di rara intensità ipnotica spetta a
'Jaws Of Neptune' il brano più 'veloce' dell'album dove l'angoscia lascia il posto alla rabbia e dove il grigio impenetrabile diventa oblio eterno ...
Tutto é nero, tutto é buio, tutto é morte ... Soundtrack for the eternal rest