“What we have now is a world full of oil drillers, and railroad barons. Cattle thieves and company men. This is the new American Gothic.”Il quinto album degli americani
Wayfarer è destinato a lasciare il segno, non solo perché la Century Media se ne è assicurata la distribuzione in Europa, o perché i riscontri del pubblico aumentano costantemente di fronte a quella che, a tutti gli effetti, è una delle realtà più interessanti di tutto il panorama metal internazionale, "ovviamente" con esclusione dell'Italia dove ancora perdiamo tempo dietro a Metallica et similia, ma soprattutto in virtù del fatto che i quattro ragazzi del Colorado hanno trovato, a mio parere, la quadratura, perfetta, del cerchio.
"American Gothic", che ancora una volta testimonia l'inscindibile connessione tra black metal e terra natia, è un album capace di riscrivere le regole della musica estrema creando un ibrido western / folk / black assolutamente originale e distante anni luce da qualunque forma di commercializzazione o scimiottamento vario, tanto che, ne sono sicuro, sarà considerato come pietra di paragone, negli anni a venire, per identificare il suono americano nell'accezione di intimo interlacciamento con una nazione nata tra polvere da sparo e ferro di cavalli.
Negli otto brani di un album che si pone, anche, come feroce critica contro gli Stati Uniti, ritroveremo i vecchi sentori black metal dei
Wayfarer, sottolineati da improvvisi squarci di inaudita violenza, ma verremo avvolti da una atmosfera cinematografica, alla Sergio Leone, esaltata dall'ombroso miscelarsi di Folk ed Americana (qui il Colorado, antica terra di frontiera, si erge protagonista) o dall'alternarsi di hammond anni '70 ed ispiratissimi arpeggi che avrebbero potuto fare da sfondo ad un Balla coi Lupi dei tempi che furono, senza che questi elementi risultino fuori luogo in un disco, occorre sottolinearlo, di Metal Estremo nel quale violenza, maestosità, epicità e grezza brutalità sono ingredienti imprescindibili.
I
Wayfarer ci descrivono presente e passato della loro Terra e riescono ad immergerci completamente nel loro mondo mostrandocene l'anima più recondita, sia quando mantengono inalterato la loro evidente estrazione metal, sia quando ci offrono deliziose ballate western che, come tizzoni ardenti, illuminano il cielo che i pionieri dovevano guardare sopra la loro teste mentre erano alla ricerca del proprio sogno, un sogno che, purtroppo, oggi mostra il suo fallimento tanto evidente quanto nocivo per tutto il nostro pianeta, un fallimento che nella musica dei
Wayfarer prende forma e ci viene sbattuto in faccia con tutta la sua schifosa arroganza.
Se, dunque, da un punto di vista etico
"American Gothic" è il simbolo della decadenza, dal punto di vista musicale, invece, rappresenta la forza di un passato che non è mai stato sepolto e che rivive tra le magnifiche armonie, e le durissime esplosioni metalliche, di canzoni sostanzialmente perfette nella loro poliedricità e nel loro messaggio al 100% a stelle e strisce.
Per quanto possa valere la mia opinione di vecchio amante dell'estremo, questo è un Capolavoro che, forse, molti troveranno di "transizione", ma che, in realtà, è una evidente manifestazione di superiorità artistica.