Non molte le notizie in mio possesso in merito a questa compagine, se non il fatto che si è formata nel 2002 e che, dopo alcuni avvicendamenti in line-up, giunge con questo “The real scene” al traguardo del secondo demo.
La bio allegata parla di un gruppo dedito a sonorità d’estrazione nu metal e riconducibili al rock alternativo, con influenze più progressive ed, in effetti, queste dichiarazioni sono confermate dall’ascolto delle cinque tracce (più intro) che compongono il dischetto, sebbene i nostri s’esprimano in maniera ancora abbastanza acerba e non del tutto inquadrata.
Interessanti in ogni caso gli influssi vagamente prog che s’insinuano nella struttura base delle composizioni dei Joanah's Faith e che riescono a rendere abbastanza personale il loro suono, ma è evidente che c’è ancora parecchio da fare per tradurre queste stimolanti suggestioni in un impianto sonoro organico ed efficace.
In generale, tra i loro punti di riferimento mi pare di scorgere, a tratti, gli spettacolari System of a Down (senza le accelerazioni e l’estrosa creatività tipiche degli autori di “Toxicity”), soprattutto in alcune costruzioni musicali e in taluni impasti vocali e la scelta di tale modello non può che trovarmi d’accordo dal momento che li considero una band assolutamente geniale; d’altra parte però per potersi anche solo accostare ad un gruppo di tale levatura sono auspicabili alcuni miglioramenti in ogni reparto, in particolar modo, nel cantato di Mike, dotato di una tonalità non sempre espressiva ed incisiva a sufficienza (in particolar modo nelle parti più “gridate”, vedi “Terribile accident”), anche se è da apprezzare il tentativo di variare i propri orientamenti interpretativi (del resto non potrebbe essere diverso se, come mi sembra, è Serj Tankian uno dei suoi numi tutelari; un cantante che ha fatto della straordinaria versatilità vocale il proprio “marchio di fabbrica”).
Anche la registrazione non aiuta il risultato finale; infatti, nonostante non sia del tutto deficitaria (tenendo conto che si tratta di un demo), il genere proposto necessiterebbe di una “forza d’urto” decisamente superiore.
Le tracce migliori del dischetto sono, a mio modo di vedere, l’interessante “Special ring”, che alterna parti cadenzate (impreziosite da interventi pianistici) a strappi più trascinanti, migliorabile, però, dal punto di vista delle ritmiche e la conclusiva “Your majesty” dove la linea melodica più rock evidenzia una felice prova collettiva della band.
Un buon punto di partenza, dunque, da sviluppare, a mio parere, puntando ancora di più sulla contaminazione (una materia irta d’ostacoli, ma i nostri sembrano avere le doti necessarie per poterla affrontare) e mettendo a punto, inoltre, le discrete qualità compositive che già s’intravedono, cercando di rendere ancora più caratteristica e fantasiosa la propria esibizione artistica (magari, ampliando le sezioni dedicate alle incursioni tastieristiche, che fin da ora, quando sporadicamente presenti, ritengo abbiano svolto il proprio ruolo di “integrazione sonora” in modo abbastanza adeguato).
Il gruppo dovrebbe essere nuovamente in studio per la registrazione di un nuovo demo … rimaniamo in attesa dell’evoluzione della proposta dei Joanah's Faith, sperando che la maggiore esperienza possa tramutarsi anche in una superiore maturità musicale.
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