Copertina 7

Info

Anno di uscita:2023
Durata:41 min.
Etichetta:Kardang Music

Tracklist

  1. CHANGE OF HEART
  2. DON’T LET ME DRIVE
  3. MAN EATER
  4. WE’RE ALL GONNA BE ALRIGHT
  5. SCANDINAVIAN GIRLS
  6. RIZKY BIZNIZZ
  7. WHEN THE WATER RUNS DRY
  8. DREAM FOREVER
  9. HEY EVERYBODY
  10. DOWN TO THE RIVER
  11. IN THE END

Line up

  • Chris Williams: vocals
  • Boogie Silver: guitar
  • Jonkis: guitar
  • Terry Hammer: bass
  • Freddy: drums

Voto medio utenti

I Kardang suonano “classic rock” e il fatto che siano norvegesi è una semplice notazione geografica da associare a un genere musicale ormai completamente apolide.
Un suono canicolare, polveroso, ricreativo, che affonda le sue radici nel blues e sconfina nel country, non aggiungendo nulla di fondamentale a quanto già proposto da AC/DC, Cinderella, Drivin' N' Cryin', The Georgia Satellites e The Quireboys, tra gli altri.
E allora per quale ragione non riesco a definire “Rizky biznizz” un “inutile plagio” e lo ascolto già da parecchio tempo con notevole gaudio e soddisfazione?
Beh, innanzi tutto perché i nostri conoscono piuttosto bene la materia e sanno scrivere e interpretare canzoni parecchio vibranti ed emozionanti, a cui aggiungono all’occorrenza un felice tocco vagamente “modernizzato” e mainstream (qualcosa tra Goo Goo Dolls, Counting Crows e il Kid Rock “rootsy”), rendendo l’opera perfetta, per esempio, per accompagnare un viaggio randagio e spensierato (magari anche solo “immaginario”).
Brani all’apparenza “semplici”, poco sorprendenti e però molto utili a staccare dalla routine quotidiana, rilassarsi, ricaricare le “batterie” o scacciare i cattivi pensieri, incuranti del fatto che da questi solchi non esce nulla di “nuovo”.
Rimanere insensibili di fronte alla melodia ardente e pastosa di “Change of heart” (con un pizzico di Bryan Adams nell’impasto sonico) è francamente abbastanza difficile, così come è altrettanto arduo non apprezzare la voce di Chris Williams, caratterizzata da un timbro sabbioso e assai comunicativo, davvero adeguato alle varie sfumature del disco.
Sentitelo, a conferma di quanto appena affermato, nelle febbrili sequenze di “Don’t let me drive” o nello scanzonato clima “australiano” di “Man eater” e sarà facile comprendere come il cantante incarni in maniera propizia il ruolo di shouter energico e passionale.
We’re all gonna be alright” è un tipico pezzo da vagabondaggine lungo la Route 61 e se “Scandinavian girls” potrebbe essere il resoconto di Tom Keifer sulle bellezze della Terre del Nord (e non stiamo parlando dei fiordi o dell’aurora boreale …), la title-track dell’albo è un inno che attiva in maniera incontrollata il battito del piede e la riproduzione del refrain.
When the water runs dry” e la bella “In the end” aggiungono un pizzico di “ruffianeria radiofonica” alla questione e mentre “Dream forever” affronta la delicata pratica della “ballata elettroacustica” con un certo buongusto, a “Hey everybody” è affidato il compito di riportare il programma sui sentieri del boogie-rock, con annesso tutto il suo carico di genuina orecchiabilità.
Che cosa manca a un disco di questo tipo? A chi ha risposto un tocco “sudista” comunico che “Down to the river” provvede a colmare la lacuna, completando un percorso sonoro di certo “revivalistico” e tuttavia emotivamente evocativo, coinvolgente e rinfrancante, di quel tipo che definire intramontabile non è per niente iperbolico e pretenzioso.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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