Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:46 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. RISE AGAIN
  2. ANYMORE
  3. PIECES OF FOREVER
  4. HOPE’S HOLDING YOU
  5. SPINNING WHEEL
  6. OUT OF THE DARK
  7. ETERNAL FLAME
  8. TO BE SAVED
  9. RETURN ME TO LIGHT
  10. SOUL INSIDE
  11. WOUNDED

Line up

  • Michael Sweet: vocals
  • Alessandro Del Vecchio: guitars, bass, keyboards, backing vocals
  • Michele Sanna: drums

Voto medio utenti

Basta con ‘sti progetti della Frontiers Music!
Smettiamola con il frenetico “rimescolamento” del suo roster!
Non ne possiamo più dei dischi in cui è coinvolto Alessandro Del Vecchio, è impossibile che la “qualità” vada di pari passo con la “quantità”!


Sono solo alcune delle prevedibili (rese in forma un po’ edulcorata …) critiche mosse alla label italica e alla sua “passione” per le cooperazioni eccellenti, in effetti forse apparentemente un po’ troppo sfrenata.
Poi, però, ascolti “Return me to light”, risultato della collaborazione tra Michael Sweet (un altro che, in aggiunta agli Stryper, a collaborazioni non scherza affatto … Boston, Iconic, Sweet & Lynch, Sunbomb, …) e “l'instancabile” Alessandro Del Vecchio e ti rendi conto sempre di più di quanto i pregiudizi (magari alimentati pure da un pizzico d’invidia …) siano difficili da sconfiggere, anche di fronte all’evidenza.
L’albo di debutto dei SoleDriver, questa la denominazione scelta per il prestigioso connubio (supportato dal batterista Michele Sanna), è una collezione di ottime canzoni, scritte bene, suonate egregiamente e interpretate con verve e il giusto trasporto emozionale.
Scoprire che Alessandro si è occupato anche di tutte le chitarre, incrementa ulteriormente (!) l’elenco delle sue straordinarie hard skills, all’interno di un accurato, vibrante e raffinato crogiolo sonoro, figlio dei “testi sacri” del rock melodico, ma non per questo sgradevolmente routinario.
Il cantato di Sweet, calibrato e intenso, incornicia composizioni intrise di gusto innato per la melodia e per la seduzione sensoriale, evidente fin dall’openerRise again”, incisivo esempio di frammento sonico elegante e drammatico, impreziosito da un egregio refrain.
Anymore” risente dei suggestivi influssi del class-metal più languido, ammantandoli di spiritualità, mentre “Pieces of forever” è forse la prima “vera” manifestazione della spiccata coesione tra i due prestigiosi protagonisti dell’opera, con i cori e la linea chitarristica che si amalgamano in maniera assolutamente persuasiva e coinvolgente.
Hope’s holding you” dimostra come, grazie all’intelligenza al feeling profuso, la nobile ispirazione adulta (in questo caso di natura Journey-ana) possa ancora funzionare piuttosto bene, nello stesso modo in cui la crepuscolare “Spinning wheel” sfrutta ad arte un’altra sfumatura della medesima blasonata sorgente espressiva (stavolta evocando Foreigner e certi Whitesnake) per costruire un pezzo avvolgente e accattivante.
Il piano battente e il crescendo emotivo di “Out of the dark” piaceranno sicuramente ai fans di Jefferson Starship e Toto, e ai nostalgici delle spigliatezze ottantiane sembra dedicata “Eternal flame”, in cui una vaporosa melodia “di maniera” riesce comunque a lusingare i sensi.
La bella grinta concessa “To be saved” non permette al brano di andare oltre una “ordinaria” piacevolezza d’ascolto, spazzata via dalle entusiasmanti cromature satinate della title-track dell’opera, un altro episodio in cui il “matrimonio” tra luminari del settore appare celebrato sotto i migliori auspici.
Impressione confermata anche dalla struttura armonica magniloquente di “Soul inside” e dalle inquietudini non artefatte di “Wounded”, una ballata dagli accenti lirici quasi gospel che chiude in gloria il programma di “Return me to light”.
Chi avesse deciso di “condannare” i SoleDriver solo perché i suoi componenti sono artisti “iperattivi”, prolifici e navigati, farebbe bene ad ascoltare la loro proposta con attenzione e “mente libera”, scoprendo che esperienza, cultura, carisma e un pizzico di scaltrezza non mortificano necessariamente l’efficacia di un prodotto musicale.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 nov 2023 alle 18:25

Ok. Ho ascoltato con la" mente libera" perchè al momento dell'ascolto non sapevo nemmeno chi stessi ascoltando. Album buono. Ed è questo il problema. Tutto ciò che tocca Del Vecchio suona buono. Ma anche sempre tutto uguale! Melodie, accompagnamenti, missaggio dei suoni, ritmiche... tutto troppo "Del Vecchio", tutto troppo già sentito e tutto troppo di mestiere. Probabilmente, i due si sono visti in faccia solo per qualche giretto promozionale e hanno messo giù un album scambiandosi files via mail. Per carità, lo so bene che la musica si fa spesso così al giorno d'oggi (Frontiers, tolte alcune band che ha messo sotto contratto, fa musica quasi solo così). Ma non c'è nemmeno paragone con la freschezza e la passione trasmesse da vere e proprie bands che suonano e arrangiano insieme i pezzi per tirare fuori un brano dopo decine di ore di prove e tentativi e sistemazioni che vengono dettate dal cuore. Ennesimo lavoro commerciale che accontenta un po' tutti ma non stupisce nessuno. Voto 6,5

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