Il debut degli americani Returning, che era già stato pubblicato in formato tape a febbraio, è un album che si inserisce, senza alcun dubbio, all'interno del Cascadian Black Metal, ovvero di quella forma atmosferica di musica estrema particolarmente cara a gruppi provenienti dagli stati di Washington, Oregon e California (del Nord) i quali, generalmente, hanno in Agalloch e Wolves in the Throne Room, le loro muse ispiratrici.
La stessa cosa accade per il duo di Olympia il quale, in questo "Severance", mette in evidenza la sua chiara volontà di amalgamare i due nomi citati, creando un suono primordiale e violento, fortemente legato alla Terra ed ai suoi cicli, senza trascurare una forte componente melodica / atmosferica, brumosa ed autunnale, nel più classico dei contrasti di questo tipo di Black Metal.
I Returning, tuttavia, non sono dei meri emulatori poichè, nei tre lunghissimi brani dell'album (solo una composizione ha una durata "normale"), dimostrano di possedere la loro personalità che si evidenzia in traiettorie a volte psichedeliche, a volte rivolte verso il Nord Europa, che si intrecciano, ottimamente, ad interludi di scuola dark ambient ed a pulsioni post black, tutti elementi che ampliano, sensibilmente, lo spettro espressivo di un gruppo molto ben preparato e molto attento agli arrangiamenti di una musica dal forte sapore spirituale, e dalla maestosa retorica di Madre Natura.
Un album del genere, con i suoi tempi dilatati, le sue arcane melodie, e le sue violente esplosioni metalliche, appare perfetto per la stagione fredda in arrivo, non solo perchè neve e giornate brevi sono il suo ambiente ideale, ma anche perchè la sua musica saprà abbracciarci nei momenti più duri e solitari, portandoci conforto attraverso la sua capacità di ricongiungimento con il proprio Io più profondo: del resto, non è questa la magia delle note?
Arte Estrema delle Cascate.