Contegno. Ritegno.
Contegno. Ritegno.
Contegno. Ritegno.
Perdonate l’
incipit, gloriosi lettori, ma sto cercando di ripetere a mo’ di mantra questi due vocaboli in rima al fine di raggiungere un duplice obiettivo.
In primo luogo vorrei evitare di apparire come il
fanboy Bruce-sessuale quale, in realtà, sono a tutti gli effetti, tentando dunque di conferire all’articolo che mi accingo a vergare un taglio sobrio e distaccato.
Nel contempo, cerco di estirpare dalla crapa “
Afterglow of Ragnarok”, singolo apripista del nuovo
full “
The Mandrake Project”, che sto ascoltando ossessivamente e compulsivamente, in una sorta di
loop assassino, ormai da ore.
Contegno. Ritegno.
Contegno. Ritegno…
Ok, niente da fare: tanto vale gettare ai rovi i buoni propositi, dismettere la maschera del recensore imparziale e sciogliersi in un caloroso “
Bentornato Bruce!”.
È stata una lunga, lunghissima attesa, ma se il buongiorno si vede dal mattino è valsa la pena attendere.
Il brano in questione, ormai, lo avrete ascoltato tutti -e comunque potrete trovare il video, deliziosamente e volutamente pacchiano, in calce all’articolo-, il
web già trabocca di lodi sperticate e critiche feroci; quindi, nel mio piccolo, mi limiterò ad indicare gli elementi a me graditi e quelli meno.
Pollice (convintamente) alzato per:
- il lugubre
intro dai sentori
slayeriani, espediente già utilizzato in passato ma sempre graditissimo da queste parti;
- il
riffone principale, tanto poderoso quanto trascinante;
- lo spettacolare ritornello: non vedo l’ora di sentir intonare dal vivo quel “
rise again, again” e commuovermi come un pischelletto (a proposito di contegno e ritegno…);
- la produzione, senza dubbio più moderna rispetto alle precedenti uscite del
Dickinson solista (d’altra parte son trascorsi secoli da “
Tyranny of Souls”…) ma per fortuna non plasticosa o artefatta.
Piccola nota di merito per il breve, ma coraggioso, scollinamento canoro nel mondo del
growl: in occasione della
preview del video avevo quasi pensato ad un
featuring con
Johan Hegg degli
Amon Amarth, ed invece parrebbe tutta farina del sacco di
Bruce.
Episodio isolato? Io credo di sì, ma dovremo attendere “
The Mandrake Project”, in uscita il primo marzo 2024, per dissipare il dubbio.
Pollice (rispettosamente) verso per:
- la sezione strumentale che segue il secondo
chorus, invero poverella e non particolarmente significativa;
- il registro vocale sul
bridge, forse un pelino sforzato in un paio di frangenti;
- ho trovato lo stesso
bridge, poi, non perfettamente collegato col resto del brano, quasi lo si fosse incastonato lì un po' a forza.
Il vinile contiene inoltre la versione
demo di “
If Eternity Should Fail”, qui intitolata "
Eternity Has Failed" che
Dickinson compose in chiave solista ma che
Steve Harris ben pensò di utilizzare per i
Maiden (esattamente come accadde con “
Bring Your Daughter to the Slaughter”). Senz’altro interessante, anche se la versione degli
Iron rimane a mio avviso di altro spessore -e ci sta: parliamo pur sempre di un
demo-.
Sotto il profilo extra musicale, si segnala poi la presenza di otto succulente pagine della
graphic novel, ideata dal cantante di
Worksop, sceneggiata da
Tony Lee e illustrata da
Saz Johnson, che vedrà la luce nei prossimi anni, a complemento ed approfondimento del
concept alla base del “
Mandrake Project”.
Insomma, il
Bruce versione solista è di nuovo tra noi, più agguerrito che mai, e viste le premesse il 2024 si candida ad essere un’annata musicalmente meravigliosa per i suoi estimatori.
Io rimango in trepidante attesa, e nel mentre rimetto in cuffia “
Afterglow of Ragnarok” per l’ottantesima volta.