Copertina 6

Info

Anno di uscita:2023
Durata:42 min.
Etichetta:Pride & Joy Music
Distribuzione:Soulfood

Tracklist

  1. SHADOWS OF LIFE
  2. TWIST OF FATE
  3. FACE THE NIGHT
  4. LAST OF THE TRUE BELIEVERS
  5. WINGS OF A DREAM
  6. ESCAPE FROM THE FIRE
  7. PLACE WHERE I BELONG
  8. ANOTHER DESTINATION
  9. UNTIL I GET HOME
  10. REMEMBER WHO YOU ARE

Line up

  • David Cagle: vocals
  • Jean Funes: guitars
  • Joel Mejia: drums
  • Andreas Passmark: guest on bass
  • Mikael Blanc: guest on keyboards

Voto medio utenti

La fauna del rock n’ roll è popolata di numerosi grandi Felini, variegati per foggia, colore e provenienza.
Normalmente, però, visto il contesto, è il loro “ruggito” a fornire un contributo significativo all’immaginario di riferimento, rappresentando la metafora del modo possente, fragoroso e intimidatorio con cui i suddetti tentano di emergere nella giungla del settore.
Ora, sorprende un po’ che in tale affollato habitat ci sia anche una Tigre Silenziosa … come mai ha deciso di stare “zitta”? È intenzionata ad aggredire l’astante senza preavviso? O, forse, nella peggiore delle ipotesi, non ha nulla da “dire”?
Ok … accantoniamo queste ehm … “fondamentali” riflessioni preliminari e passiamo senza ulteriori indugi all’ascolto di “Twist of fate”, che scopro essere il secondo full-length dei Silent Tiger, formazione per due terzi honduregna (il chitarrista Jean Funes e il batterista Joel Mejia) e per un terzo statunitense (il cantante David Cagle).
Con il contributo di un paio di ospiti prestigiosi (Andreas Passmark dei W.E.T. e Mikael Blanc dei Degreed) il gruppo si esibisce in un rock melodico d’estrazione (nord)europea, che si propone d’interessare soprattutto chi apprezza “gente” come Art Nation, Wildness o gli stessi Degreed (tra l’altro il missaggio dell’albo è appannaggio di Mats Ericsson).
Il “problema” è che nonostante un certo buongusto e le discrete qualità tecnico/interpretative, la musica dei nostri appare un po’ troppo prevedibile, lineare e epidermica, costruita su un songwriting che raramente soggioga i sensi in maniera importante e duratura.
E allora diciamo che all’interno di un programma complessivamente abbastanza gradevole, finiscono per rimanere in qualche modo impressi solo il refrain arioso di “Last of the true believers” e le melodie suggestive di “Wings of a dream”, “Escape from the fire”, “Place where I belong”, “Remember who you are” e dell’enfatica “Another destination”.
Alla prova dei fatti, dunque, non mi rimane che concludere la disamina di “Twist of fate” classificando al momento i Silent Tiger come un “mammifero artistico” dal carattere oltremodo mansueto e addomesticato, che non riesce a far sentire chiaramente la sua “voce” a causa di una timidezza compositiva che nel limita l’incisività in una scena melodica fatta di predatori ben più temibili e ruggenti ... urge la capacità di saper sfoderare gli artigli.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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