Dopo una lunga serie di demos, split, EP e live compilation, gli inglesi
Úlfarr esordiscono, finalmente, con un album di lunga durata che, come da tradizione del
"cumbrian black metal", genere di appartenenza del gruppo, si presenta nero, malevolo e fortemente legato alla prima metà degli anni '90.
"Orlegsceaft" non è, ovviamente viste le premesse, un album con velleità innovative, ma nei suoi quaranta minuti di durata riesce a creare la voluta atmosfera "malata", frutto di evidenti reminiscenze depressive, ed una giusta amalgama di partiture più veloci (con qualche minima puntata in territori black'n'roll) ed altre rallentate nelle quali, con maggiore forza, viene fuori il sapore morboso e notturno di questo esordio discografico.
Gli
Úlfarr riescono, dunque, a tenere sempre alta l'attenzione dell'ascoltatore grazie a composizioni mai banali, caratterizzate da pregevoli variazioni di registro, nerissime e sottilmente melodiche, composizioni che sono arrangiate con intelligenza e che ci riconciliano con il vero spirito, underground, del metallo nero in un'orgia di riffing sulfureo, vocals maligne e a volte "teatrali" (Attila docet), spunti epici, ed inflessioni occulte.
Se tutto questo vi sembra poco, beh, il black metal, quello vero, non è di certo il vostro genere e questo disco non avrà il benché minimo fascino, perverso, su di voi.
In caso contrario, satana sarà al vostro fianco.
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