I giovanissimi Stormrider, dopo i primi passi da cover band (Iron Maiden, Judas Priest, Manowar, Iced Earth) e confortati dai buoni riscontri ottenuti nella loro attività live, hanno scelto di mettersi alla prova con canzoni di propria composizione. I risultati di questa decisione si possono ascoltare su "Genesis", demo composto da 6 canzoni, tra cui uno strumentale, che si rifanno apertamente ai gruppi su indicati.
Partenza risoluta con "Into the Arena", un brano che evidenzia la compattezza del gruppo ed anche qualche buona individualità. Ed è magari per sottolineare quest'ultimo aspetto che, a seguire, piazzano la strumentale titletrack. Questa non si rivela una buona scelta, sia perchè interrompe quel feeling che aveva iniziato ad instaurare "Into the Arena", sia perchè, oltre che ad essere alquanto ostico, si tratta di un brano inconcludente.
Si riprende con la ballad "To the Dream", ed è un peccato che le parti di chitarra acustica non risaltino quanto meriterebbero, mentre non convincono del tutto le linee vocali e la loro interpretazione da parte di Alessandro Gazzola. Ad ogni modo un buon pezzo, così come "Over The Top", dove la ritmica e qualche passaggio vocale riecheggiano atmosfere thrasheggianti. E' comunque la seguente "Devoid of You" ad offrire le cose migliori. Un brano ben congegnato che cresce d'intensità dopo l'inizio dai toni drammatici, dove si riescono a distinguere bene le chitarre e si possono apprezzare degli interessanti passaggi vocali. Meno personale ma efficace la conclusiva "Heavy Metal Storm", un veloce anthem incalzato dalla batteria di Giovanni Savinelli, ma infelicemente spezzato da quel break che precede gli assoli, con le chitarre che in fase solista palesano poi qualche difficoltà.
Con gli ascolti affiora la sensazione che gli Stormrider abbiano cercato più di mettersi in evidenza che concentrarsi nell'ottimizzare la resa complessiva delle composizioni. Un aspetto sul quale dovranno applicarsi per rafforzare la positiva impressione suscitata da questo primo lavoro.
Bello e curato il booklet, e non fa mai male, così e così invece la resa sonora, che in ogni caso si colloca negli standard delle autoproduzioni.
Infine, poichè conosco almeno altri due gruppi che di nome fanno Stormrider, uno spagnolo ed uno svedese, e se non sbaglio ne esiste un terzo (questo tedesco), tutti già usciti con dei lavori ufficiali, se vorranno estendere il proprio "raggio d'azione", dovranno fare i conti anche con questo problema.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?