Terzo album per i tedeschi Enid che dopo due episodi per la CCP Records approdano alla piccola ma volenterosa Code666 con quello che può essere ritenuto senza alcun dubbio il loro album più maturo e riuscito. Sicuramente questo passo in avanti è dovuto finalmente alla reale presenza di chitarre all'interno della band che fino ad oggi si era servita di synths sia per quanto riguarda l'uso delle sei corde sia per quanto concerne la batteria. A dire la verità quest'ultima, suonata da Mortiz Neuner (ex Dornenreich e Abigor), gode di un suono osceno del rullante che sembra uscito dalla più economica delle drum machine degli austriaci Mirror Studios. A parte questi problemi in fase di produzione, c'è da dire che gli Enid hanno invece colto nel segno per quanto riguarda il songwriting, con la loro "metallic fantasy art" come insegna la biografia: in effetti in "Seelenspiegel" possiamo trovare vari elementi uniti insieme come la musica classica, medievale, sinfonica resa in un contesto (a volte) metal cui piace sfociare verso i limiti del black o del dark, a seconda del brano, spesso farcito di cori maestosi e sognanti e reso solido ed aggressivo dalle chitarre come nel caso di "Land of the Lost" o "Nexus" o della affascinante e tirata "Seelenfrieden". In definitiva un buon album, sicuramente da apprezzare con attenti e ripetuti ascolti, uno di quei lavori adatti all'ascolto in penombra o in cuffia. Da segnalare la solita inappuntabile confezione in digipack che gode di un bellissimo artwork, come in tradizione Code666.
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