Giungono al loro terzo album di lunga durata i francesi
Griffon i quali, anno dopo anno, sono riusciti a ritagliarsi un proprio spazio nella affollata, e qualitativamente elevata, scena estrema del loro paese.
Il nuovo
"De Republica", che dal titolo mette in chiaro gli argomenti legati alla storia recente della Francia che saranno sviscerati nei sui 37 minuti di durata, prosegue il discorso intrapreso dai suoi predecessori e ci offre, quindi, un buon Black Metal dal taglio melodico, dalle atmosfere epiche e malinconiche, molto ben bilanciato tra i momenti più furiosi e quelli più magniloquenti (certamente quelli presenti in maggior quantità), il tutto all'insegna di una atmosfera, passatemi il termine, molto "francese" perchè strettamente legata alla cultura, ed alla storia, del paese transalpino del quale i
Griffon, come cantori di tempi andati, cantano le moderne gesta con la loro musica impetuosa, dal piglio orgoglioso e dalle evidenti inflessioni folk.
L'album, a conti fatti, si ascolta piacevolmente, anche perchè supportato da una buonissima produzione, e tra scream urticante, voce rabbiosa, declamazioni stentoree, riffing violento, intermezzi acustici, tastiere raffinate e tanta, ma tanta, propensione epica, si arriva facilmente alla fine delle sei tracce, consci di aver goduto di musica di qualità e di aver fatto un bel tuffo nella storia, gloriosa ma ricca di contraddizioni, di una grande nazione.
Immagino che essere francesi rappresenti una "agevolazione" all'ascolto di
"De Republica", visto anche l'uso esclusivo della lingua madre nei testi per descrivere vicende che abbracciano un arco storico che va dalla fine dell'800 ai giorni nostri, ma, in ogni caso, chiunque potrà apprezzare le traiettorie sofferenti e ricche di pathos di un album non rivoluzionario, ma di sicuro interesse.
Ascolto consigliato a chi, nell'estremo, cerca, anche, delicatezza, eleganza e melodia.
"Tombe la République
Tombe classe politique"
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