Morse, Neal - The Dreamer - Joseph: part 2

Copertina 5,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2024
Durata:60 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. COSMIC MESS
  2. MY DREAM
  3. DREAMER IN THE JAILHOUSE
  4. ALL HAIL
  5. THE ARGUMENT
  6. MAKE LIKE A BREEZE
  7. OVERTURE REPRISE
  8. I HATE MY BROTHERS
  9. GUILTY AS CHARGED
  10. RECKONING
  11. BRING BEN
  12. FREEDOM ROAD
  13. THE BROTHERS REPENT / JOSEPH REVEALED
  14. THE RESTORATION
  15. EVERLASTING
  16. DAWNING OF A NEW DAY (GOD USES EVERYTHING FOR GOOD)

Line up

  • Eric Gillette: guitar
  • Gabe Klein: drums, keyboards
  • Neal Morse: guitars, keyboards, vocals
  • Sam Hunter: guitars
  • Gideon Klein: bass, guitar
  • Steve Morse: lead guitar
  • Andre Madatian: guitar
  • Mark Leniger: sax
  • Jim Hoke: sax, harmonica
  • Ted Leonard: guest vocals
  • Matt Smith: guest vocals
  • Talon David: guest vocals
  • Jake Livgren: guest vocals

Voto medio utenti

Torna Neal Morse con il secondo capitolo della saga su Giuseppe ed il suo mantello magico, courtesy of la Genesi della Bibbia. E si riprende esattamente da dove si era arrivati, con il progredire della storia ed esattamente lo stesso stile musicale, per il quale vi invito caldamente a leggere la recensione del Primo Capitolo, visto che la situazione non è cambiata di un millimetro. Anzi, se possibile, la formula trita e ritrita che ormai Neal esegue (bene, per carità, ma) col pilota automatico ha definitivamente stancato, e per un ascoltatore medio non c'è davvero niente di interessante in un album che è la copia sbiadita del suo predecessore e degli altri 27 fatti prima di questo.
Per quanto formalmente ineccepibile, insomma, questo ennesimo album mostra come la fonte creativa di Neal Morse sia preoccupantemente in esaurimento, fatto salvo il quasi infantile (in senso positivo) entusiasmo con cui Neal si imbarca in un progetto dietro l'altro, un album dietro l'altro, praticamente suonandosi addosso, ma sempre con gioia, con un gran bel gruppo di guests intorno e con la fama di un musicista a cui, in fondo, c'è veramente poco da rimproverare. E la perdita creativa di Mike Portnoy (quasi sicuramente non in grado di continuare a supportare le mille avventure di Neal, ora che è tornato alla base) peserà come un macigno sul futuro artistico del nostro Morse. Peccato.

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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