“
Allora, ragazzi … vediamo un po’ chi è libero per una nuova adescante uscita discografica … Tracii Guns? Ok, ma dopo Sunbomb e Blackbird Angels, non rischiamo la “sovraesposizione”? Direi di no, ma anche stavolta dobbiamo “abbinarlo” ad un cantante di grande reputazione, magari da un po’ di tempo lontano dalle scene … come dite? Jack Russell è disponibile? Caspita, è perfetto … e poi chi ci mettiamo? Alessandro del Vecchio di sicuro, lui non ha problemi ed è una “garanzia” e chi altri? Vada per i sodali di Tracii Johnny Martin e Shane Fitzgibbon …”
Non credo che siano queste le modalità, “leggermente” superficiali, con cui alla
Frontiers Music organizzano le loro ormai celeberrime “collaborazioni eccellenti”, ma anche se così fosse, quello che conta alla fine è l’esito artistico di queste prestigiose alleanze, che nello specifico coinvolgono primariamente il chitarrista degli L.A. Guns e l’indimenticata voce originale dei Great White, latitante dagli attenti
radar della scena fin dal lontano 2017 (anno di pubblicazione di “
He saw it comin'”).
Ebbene, accantonando ogni altra maldestra facezia (e con buona pace dei tanti “criticoni” delle scelte della
label partenopea …) posso affermare che “
Medusa” è un buon album di
hard-blues melodico, in cui i due protagonisti principali si dimostrano all’altezza della loro fama, supportati efficacemente da coadiutori di valore.
In pratica, quello che ci si aspetta dai nomi coinvolti in un progetto didascalicamente denominato
Russell - Guns, perfetto per sollecitare i bulimici appetiti dei loro
fans, soddisfatti da un programma che in realtà esordisce un po’ in “sordina” con una “
Next in line” che nonostante il
groove vivace, non conquista pienamente a causa di una struttura armonica fin troppo prevedibile.
Andiamo meglio con l’energia deflagrante e il ritornello irretente di “
Tell me why”, seguita da una coinvolgente “
Coming down” che farà la felicità dei sostenitori dei Great White e da una “
Where I belong” destinata, con il suo ardente
feeling tra Grand Funk e Bad Company, a infiammare i sensi di tutti gli estimatori del genere.
“
For you” rispolvera l’approccio alla materia di The Dogs D'amour e The Quireboys, mentre “
Give me the night” piace specialmente per il
refrain “a presa rapida” e la malinconica “
Living a lie” punta innanzitutto sulla sentita interpretazione di
Russell, confermando le sue egregie condizioni di forma.
“
In and out of love” e la
title-track dell’opera sono semplicemente due gioiellini sonori pregni di fremente melodia
bluesy e se lo sconfinamento in territori
AOR denominato “
Back into your arms again” torna a scontare qualche piccolo eccesso di manierismo, “
I want you”, con la sua ritmica sincopata, mescola senza mistificazioni Whitesnake e Led Zeppelin, rafforzando l’efficacia di una “società” esperta e smaliziata, che merita di essere premiata con la considerazione riservata ad ogni ispirato rappresentante del settore.
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