Se escludiamo lo split album con i Coldworld del 2018, dall'ultimo lavoro in studio dei
Farsot sono passati ben sette anni.
Non male direi.
La domanda che mi ronza in testa è: l'odierno mercato discografico, così asfittico e falso, sentiva la mancanza dei tedeschi?
Probabilmente no, visto che i nostri non sono certo un nome di spicco e nemmeno il classico gruppo con il quale andare sul sicuro, anzi.
Il nuovo album, infatti, prosegue nel percorso intrapreso molti anni fa dal gruppo della Turingia alla ricerca di un suono quanto più possibile personale e, soprattutto, molto lontano (molto) dal tipico black metal tutto glacialità e pochi accordi.
Al contrario,
"Life Promised Death" è un lavoro dal forte spirito progressive, in costante mutazione, inquadrabile, per gli amanti delle classificazioni, nel filone post black (con alcuni punti di contatto con i connazionali Secrets of the Moon), ammantato da una spessa coltre di malinconia ma, anche, elegante nelle sue ricercate melodie e spigoloso, quasi minaccioso, quando i
Farsot si concentrano sul lato più buio del loro spirito artistico.
L'ascolto del nuovo parto discografico non è semplice e nemmeno immediato: molte, come dicevo, le variazioni, così come ampio lo spettro vocale utilizzato (dalle harsh vocals, al recitato pulito), inaspettati e suadenti i momenti arpeggiati, durissimo il riffing di chitarra, plumbee e sognanti (in contrasto) le atmosfere, centellinate e dannatamente convincenti le tastiere.
Un tutto nel tutto musicale, questa è la proposta dei
Farsot, un gruppo difficile, da prendere con le pinze e da ascoltare con mente aperta, ma un gruppo di certo interessante, lontano sia dal mainstream che dai terreni "sicuri", capace di comporre ed arrangiare con classe i propri brani e di affascinare con una proposta che, pur guardando in direzioni diverse, riesce ad essere coerente, geometrica, estrema ma "orecchiabile" e, soprattutto, distantissima dalla immonda plastica che non sporca solo gli oceani, ma anche la musica.
Se conoscete i
Farsot,
"Life Promised Death" non vi deluderà, se siete dei duri e puri, giratene al largo, se malinconia, darkwave, approccio libero e prog sono nelle vostre corde, beh, allora, godrete.
Ben tornati.
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