Che cosa poter dire, o aggiungere, su
"Fall", nuovo album dei norvegesi
Borknagar, da ormai trent'anni protagonisti della scena estrema "evoluta" con una discografia, a mio parere, priva di punti deboli, se non i classici alti e bassi di una carriera così lunga?
In effetti, molto poco.
Vi parlerò, allora, solo di
sensazioni. Sperando sia cosa di vostro gradimento.
"Fall" parte da dove si era fermato "True North" e, come da tradizione per il gruppo, fa un ulteriore passo in avanti verso "nuovi" orizzonti sonori senza dimenticare, nemmeno per un attimo, la storia dei Nostri e le loro origini.
Innovazione nel solco della tradizione, questo è il sentiero battuto dal nuovo album.
In questa prospettiva, dunque, si vanno ad inserire i sempre più frequenti elementi progressive dell'amalgama sonora, così come si inseriscono lo spirito pagano, spiccatamente nordico, ed i riferimenti ad epoche sonore molto lontane dalle odierne, frammenti di un puzzle più grande che, come sempre, vede alle spalle una regia di gran classe.
L'ascolto dell'album, e non credo potessero esserci dubbi, evidenzia proprio quest'ultimo aspetto: si sente lontano un chilometro la
classe di questi musicisti, così come, in ogni singolo brano, prorompono la maniacale perfezione degli arrangiamenti, l'istrionismo vocale di
Simen Hestnæs, assoluto protagonista dell'album, le deliziose stratificazioni di chitarra, tra distorsioni violente ed arpeggi melliflui, ed il ricorso, direi poetico, a layer di tastiera dal sapore "distante" e solos di pregevolissima fattura che ci accompagnano tra colori sfumati ed ombre minacciose.
Tutto da copione, mi verrebbe da dire.
Ma l'album, in fondo, ci convince?
Si, certo.
Lo tramanderemo ai posteri?
No, di sicuro, e, forse, sarebbe stato pretendere troppo.
I
Borknagar, nonostante il tempo, ancora oggi scrivono ottima musica e sono ancora in grado di farci emozionare, cosa che davvero in pochi possono vantare di poter fare, però non sorprendono più e ci offrono un lavoro "sicuro", in cui sentirsi a casa e riconoscere, dopo pochi secondi, una storia che abbiamo mandato a memoria e che, di tanto in tanto, ci piace riascoltare.
Questo è
"Fall", questa è il racconto dei
Borknagar, questa è la loro classe.
Immagino sia più che sufficiente per appagare il palato di coloro i quali hanno sempre amato il gruppo e sempre lo ameranno...